La Troika: cos’è e perché se ne sta parlando

La Troika, un’istituzione non formale dell’Unione Europea sta creando dibattiti in questi giorni. Perché? Di cosa si tratta?

In questi giorni, nel dibattito legato alle decisioni che dovrà prendere l’Unione Europea per fronteggiare la questione drammatica del Coronavirus, è ritornato in voga un termine che avevamo smesso di sentire, ma che negli anni precedenti era diventato gergo quotidiano. Stiamo parlando della Troika.

Cos’è la Troika e i tre organismi istituzionali che la governano

La Troika è definita, sul sito del Parlamento Europeo, “l’insieme dei creditori ufficiali durante le negoziazioni con i paesi“, è quindi un organo non istituzionale del Parlamento Europeo costituito da rappresentanti della Commissione europea, della Banca centrale europea e del Fondo monetario internazionale.

Da qui deriva il nome “Troika”, termine che in origine indicava un tipo di carrozza, utilizzata in Russia, trainata da tre cavalli.

Cosa comporta la Troika

La Troika subentra nel momento in cui un membro dell’Unione europea risultasse insolvente (cioè che non riesce a corrispondere il debito) rispetto a determinati debiti di bilancio, dovuti cioè allo sforamento di parametri stabiliti in ambito comunitario (come quello del famoso rapporto deficit-pil al 3% di cui si sente molto parlare). A questo punto, le tre istituzioni che regolano la Troika (Commissione europea, della Banca centrale europea e del Fondo monetario internazionale), decidono in maniera congiunta se concedere o meno prestiti, e in che modalità, esigendo però in cambio riforme o politiche di austerità.

Questi “aiuti” economici tuttavia vengono erogati solo nel momento in cui uno Stato accetta volontariamente di vincolarsi alla Troika con l’obbiettivo di risanare i propri bilanci.

Ovvero decidendo di accettare le politiche di austerità decise dall’Unione europea, che impediscono agli Stati di spendere soldi a debito per le proprie politiche pubbliche o di investimenti per fare ripartire le industrie più in difficoltà.

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I tagli, dalla spesa pubblica e alla sanità

Si parla cioè di tagli a spesa pubblica per la sanità, istruzione, servizi, riforme strutturali, privatizzazioni di interi settori, riforme delle pensioni, licenziamenti e tagli agli stipendi nel settore pubblico. Manovre, queste, che molti temono possano avere conseguenze significative per il Paese che ne viene sottoposto.

Il caso della Grecia

È il caso della Grecia, che ha ricevuto aiuti per un totale di 326 miliardi di euro e che, dovendo risanare il bilancio pubblico, ha costretto tutto il Paese ad una situazione di grave indigenza.

Una delle maggiori critiche che viene fatta alla Troika, è che talvolta le dinamiche che si creano hanno a monte decisioni prese in una maniera che può apparire “arbitraria”. Non essendo una vera e propria organizzazione internazionale, infatti, la Troika non ha regole formalizzate, precisi meccanismi di nomina né tantomeno un presidente eletto.

Perciò, anche nel momento di imporre ai singoli stati procedure da mettere in campo, non ci sono vere e proprie leggi. E il fatto che un organismo internazionale non eletto democraticamente possa decidere il destino e le politiche di singoli paesi, è un fattore criticato fortemente da più parti.

Cosa c’entra la Troika con il Mes

Da qui nasce il dibattito di questi giorni relativo al “Mes”, con o senza condizionalità. Il Meccanismo europeo di stabilità è un’organizzazione intergovernativa tra paesi europei che hanno l’euro e che si pone lo stesso obiettivo della Troika, ma attraverso un fondo di denaro comune stanziato dai singoli paesi aderenti, su cui ogni anno viene versata una quota.

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Oggi il Mes ha una dotazione economica di 80 miliardi di euro, e ne può raccogliere sui mercati finanziari fino a 700, grazie all’emissione di titoli di garanzia da parte degli Stati che ne fanno parte.

Cosa fa il Mes e come interviene

L’intervento del Mes però, nel momento in cui viene richiesto, può avvenire in varie modalità: prestito economico, acquisto di titoli di Stato, di programmi di credito o di prestiti per la ricapitalizzazione delle banche. In cambio, ci sono le condizioni imposte proprio dalla Troika.

Il perché delle dichiarazioni della Meloni sul Mes e la Troika

meloni mes

Per questo il presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha scritto su Facebook un post al vetriolo. “Spero di essere smentita ma oggi sono convinta che la linea di credito senza condizionalità del MES per le spese sanitarie rischi di essere un “cavallo di Troika.

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Se non restituisci i soldi che chiedi in prestito come dicono loro e nei tempi che stabiliscono, e indipendentemente dalla difficoltà che hai, puoi ritrovarti lo stesso la Troika dentro casa”, ha affermato la Meloni. “Se non stiamo attenti, è questo quello che può succedere“.

Il timore di alcuni è quindi che i dettami europei legati al Mes e alla Troika possano vincolare eccessivamente l’Italia e che nella restituzione del debito il Paese debba effettuare tagli a strutture che sono già provate o quanto meno necessarie.

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