L’infettivologo Massimo Galli, si dice contrario alla riapertura in Lombardia delle aziende. A suo parere sarebbe necessario un altro mese di stop.
Si avvicina sempre di più la data della fine del lock down in Italia. In particolar modo, la task force sta studiando a come riavviare il Paese alle riaperture e far ripartire l’economia. Il Nord è la zona dell’Italia più colpita dal Coronavirus. La Lombardia è la regione con a carico tanti morti. L’infettivologo Massimo Galli, ha rilasciato un’intervista alla redazione di TPI, dove ha focalizzato il suo pensiero sulla situazione lombarda.
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Il direttore del Dipartimento di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, si è soffermato sull’impatto della pandemia lombarda evidenziando che c’è stata una mal gestione fin dall’inizio. Soprattutto, avere a che fare con così tanti casi contemporaneamente ha fatto perdere di vista il tracciamento degli stessi, poiché è stato impossibile andare casa per casa. Aggiunge che la mole di pazienti da monitorare nelle camere intensive è stata tanta e non si era equipaggiati per un tale flusso.
Circa le riaperture previste dalla fase 2 in Lombardia, il Professor Galli, è contrario; aggiunge che sarebbe necessario allungare il periodo. Infatti è preoccupato per le 110mila aziende che al Nord hanno ripreso a funzionare. Allora viene da chiedersi: perchè servirebbe in Lombardia più tempo? L’infettivologo spiega che altre tre settimane posso dare la possibilità di effettuare le prove necessarie sui test rapidi. Nello specifico, lui stesso, ne ha provati due, che hanno tra il 92 e il 94 percento di sensibilità nelle persone col tampone positivo. Sottolinea, infine: “Il discorso cambia se si considerano persone che hanno il tampone positivo da meno giorni, perché in questo caso i test risultano essere meno sensibili, nel senso che gli anticorpi non ci sono ancora. I tamponi come noto non li puoi fare a tutti”.
Per affrontare la situazione e tonare a quella che era la nostra routine prima della pandemia occorre molto tempo ancora. È necessario, secondo il Professore, essere ottimisti, cauti e molto bravi nell’osservare tutte le regole che verranno date per arginare i contagi dal virus. Insomma, bisognerà convivere ancora per un po’ di tempo con guanti, mascherine e altro, in attesa del vaccino.
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