(Photo Getty Images)
Romano Prodi, durante il programma radiofonico “Vivavoce”, di Rai Radio1, dichiara:”il mes non è un regalo. È un prestito a bassissimo tasso di interesse”.
L’ex premier Romano Prodi è preoccupato per la situazione economica del Paese. Questa mattina è stato intervistato da Rai Radio1 e ha spiegato l’importanza di non rifiutare i soldi messi a disposizione dal Mes.
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Finchè la pandemia non si fermerà, secondo Prodi, l’economia ne risentirà sempre. Mentre si continua a cerare in laboratorio una cura per debellare il Covid-19, domani il Consiglio europeo si riunirà di nuovo. L’analisi dell’ex premier è lineare, afferma che il Mes non è un regalo, ma un prestito a basso tasso di interesse ed è un aiuto, vista la crisi. Soprattutto, si sofferma sul fatto che il Mes non è l’aiuto che ci si aspettava dall’Europa. Ma riconosce che c’è stata la buona volontà dell’UE nel togliere alcune condizioni vincolanti e domani vedremo quali sono.
Ora è necessario far ripartire l’economia del Paese. Nonostante la diminuzione dei contagi e il calo dei ricoveri in terapia intensiva, secondo Prodi avremo a che fare con il virus ancora per un po’ di tempo. Abbiamo necessità di avere un prestito a lungo termine. Prodi ha affermato di essere preoccupato. Visto lo spread in crescita per l’Italia rifiutare 37 miliardi sarebbe un suicidio. Parlando ancora dell’UE, Prodi ha detto di sentirsi deluso: “Le tensioni fra i paesi europei rendono più difficile la visione della missione europea nel mondo, che è una visione di equilibrio di cui avremmo un enorme bisogno”. Riferendosi, in particolare, al ruolo d’intermediazione che la Ue dovrebbe poter svolgere nella tensione che c’è tra Cina e Stati Uniti.
La delusione sta anche nelle reazioni dei vari Paese europei dinanzi all’emergenza Coronavirus, dove è chiaro che ognuno cerca di salvare la propria situazione economica. Per questo Prodi incoraggia l’Italia e il Governo, ricordando che la nostra è una Nazione potente e piena di risorse. C’è tanto da fare per rimettere in piedi l’economia, sottolinea ancora il Professore ma, come dimostra il passato, le Guerre Mondiali e altre calamità, gli italiani sono sempre stati in grado di riprendersi da grandi conflitti.
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