L’emergenza Covid-19 ha trovato molti impreparati. Per alcune fonti autorevoli, l’Oms non ha dato direttive pronte e pertinenti: ecco perché
A dirigere la lotta all’emergenza mondiale Covid-19 c’è l’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, attualmente coordinata dall’ex ministro della sanità e degli esteri etiope Tedros Adhanom Ghebreyesus. Ad oggi l’Oms annuncia il numero dei contagiati, dei deceduti e dei convalescenti, informa sulla diffusione della malattia e predispone le misure per contenerla.
Durante questa emergenza, a detta di alcuni l’Oms non avrebbe dato direttive pronte e pertinenti. Tra questi l’oncologo Francesco Garbagnati, primo medico italiano che ne ha denunciato pubblicamente le mancanze, il Wall Street Journal e Donald Trump.
In un’intervista a Dagospia, il dottor Francesco Garbagnati, oncologo dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano si esprime così sull’Oms: “Lo dicevo un mese fa che le linee guida erano totalmente sbagliate, ma ero l’unico. Gli altri medici temevano di andare contro questa istituzione. Che purtroppo è guidata da un presidente totalmente soggiogato dalla Cina. Ancora oggi insiste a non raccomandare le mascherine, così causando altri morti”.
Garbagnati era stato il primo in Italia a lanciare l’allarme sulla necessità da parte di tutti di indossare le mascherine, anche fatte in casa purché ben fatte e con i giusti materiali, schierandosi per primo contro l’Organizzazione Modiale della Sanità.
Nell’intervista a Dagospia, l’oncologo riferisce di aver assistito incredulo alle prime conferenze stampa dei suoi vertici. “Il presidente dell’istituzione, Tedros Adhanom Ghebreyesus, il 28 gennaio scorso incontra Xi Jinping a Pechino, e il giorno dopo in conferenza stampa dice che in Cina va tutto bene, e si diceva soprattutto preoccupato per i paesi che non hanno i sistemi sanitari in grado di rispondere al coronavirus. Ma come? Abbiamo visto che nessuno era pronto per il coronavirus, neanche i paesi più ricchi e attrezzati”.
Continua Garbagnati: “Ma dico io dico, Ghebreyesus torna da un paese che ha appena isolato oltre 40 milioni di persone nella regione dell’Hubei, un paese il cui presidente si è mostrato con la mascherina a colloquio con i vertici del governo, e non dice al mondo di predisporre piani simili, né di dotarsi di dispositivi di protezione, di separare i pronto soccorso normali da quelli Covid-19, e così via?”.
A far parlare Garbagnati pubblicamente di tutto ciò sono state le “follie delle linee guida dell’Oms: dire che le mascherine non doveva portarle nessuno se non gli operatori sanitari – e solo quelli che avevano in cura malati di coronavirus, cosa ancor più folle visto che già si sapeva che molti contagiati erano asintomatici. Per questo prima ho contattato la Rai, ma nessuno mi ha dato ascolto, e poi Mediaset: al Tg4 e a ”Stasera Italia” ho spiegato che tutti dovevano proteggere se stessi e gli altri con mascherine, anche fatte in casa”.
Eppure l’OMS tutt’ora ribadisce che le mascherine debbano essere utilizzate soltanto in contesti sanitari e se si ha a che fare con malati accertati. “L’OMS è in ritardo, probabilmente non vuole ammettere i suoi clamorosi errori che hanno peggiorato il contagio e dunque il numero dei morti. Sono felice che molti colleghi, da Crisanti a Rezza fino a Burioni, ormai abbiano abbandonato ogni timore e parlino apertamente del disastro compiuto da questa organizzazione. L’articolo del Wall Street Journal spiega anche le ragioni geopolitiche che ci sono dietro, e che molti di noi conoscevano già: il presidente etiope Ghebreyesus deve il suo posto (e forse la prossima presidenza del paese) al sostegno della Cina, che in Etiopia ha investito miliardi di dollari di fatto ”comprandosi” il controllo economico e politico di una intera nazione”.
L’Organizzazione mondiale della sanità “ha sbagliato. Finanziata in larga parte dagli Stati Uniti è per qualche motivo Sino-centrica. Fortunatamente ho respinto il loro consiglio di tenere aperti i confini alla Cina all’inizio. Perché dare una raccomandazione così sbagliata?“.
“Il 22 e 23 gennaio il comitato di emergenza dell’Oms – ricorda il WSJ – ha discusso se dichiarare Covid-19 ‘emergenza sanitaria globale’. Il virus si era già diffuso in diversi Paesi, e fare tale dichiarazione avrebbe preparato meglio il mondo. Avrebbe dovuto essere una decisione facile, nonostante le obiezioni di Pechino. Eppure il direttore generale Tedros Ghebreyesus – si osserva nell’editoriale – ha rifiutato di farla ed è volato in Cina. Alla fine l’emergenza globale è stata dichiarata il 30 gennaio, perdendo una settimana di tempo prezioso, con il forte sospetto che il viaggio a Pechino fosse più di carattere politico che incentrato sulla salute pubblica…”.
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