680 euro di multa a don Lino Viola per aver detto messa ma lui non vuole pagare sostenendo di non aver creato assembramenti.
Sta facendo molto discutere la notizia dell’interruzione della Messa nella parrocchiale di Gallignano, celebrata alla presenza di un gruppo di fedeli. La storia viene raccontata dal Corriere della Sera ed ha dell’incredibile, dal momento che la funzione si è svolta nel cremonese, zona ad alta percentuale di contagio. Il parroco don Lino Viola dopo essere stato ampiamente redarguito ha ricevuto una multa da 680 Euro che però non ha intenzione di pagare, sostenendo che erano solo in 13 e che quindi non si sarebbe creato nessun assembramento. La celebrazione era in diretta sulla pagina Facebook della parrocchia, ma questo non ha fermato alcuni fedeli: “Le sei persone in più che sono entrate, lo hanno fatto mentre mi stavo cambiando in sagrestia. Erano una famiglia che ricordava alcuni defunti in quella messa più una signora che aveva perso un parente per coronavirus due giorni prima. Non era umano farli uscire”. Anche i fedeli hanno ricevuto una multa del valore di 280 Euro.“Ho detto a tutti di non pagare – ha detto il parroco – al massimo ci penserà la parrocchia, Sono convinto di non avere creato assembramenti, parlerò con il prefetto e voglio rivolgermi a un avvocato per capire se non ci sia stato un possibile abuso di potere. Ho detto agli uomini dell’Arma che potevano fare i verbali sul sagrato, ma non in chiesa”.
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La Curia Romana ha preso le distanze dal parroco ricordando che che i provvedimenti delle autorità sono da rispettare. La notizia arriva a ridosso del termine ipotetico di fine del lockdown che dovrebbe essere il 4 maggio. L’inizio della fase 2 però potrebbe non corrispondere con la fine delle restrizioni: molti esercizi commerciali potrebbero riaprire per far ripartire l’economia ma i luoghi di aggregazione come le chiese e i teatri potrebbero rimanere a battenti serrati ancora per un po’ per permettere alla curva dei contagi di flettersi ancora.