Il ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, si dice favorevole a una ripartenza differenziata in base al territorio attraverso la regionalizzazione delle aperture.
Il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli ha ufficializzato l’idea di una ripartenza differenziata che tenga conto della situazione dei contagi, ipotesi discussa nei giorni scorsi dal governo per mettere in atto le misure necessarie per la riapertura. La regionalizzazione delle aperture, in effetti, renderebbe più semplice la fase 2 perché nei territori “con un numero inferiore di positivi è più facile valutare la catena dei contatti“, ha affermato Patuanelli. Intanto il governo sta attentamente valutando la possibilità effettiva dello stop al lockdown previsto per il 4 maggio. L’idea è dare uno schema su base nazionale, ma tenendo conto dello stati dei contagi, che sono risultati diversi regione per regione. Potrebbe, quindi, esserci una riapertura delle attività produttive e un allentamento delle misure restrittive più rapida nelle zone nelle quali il rischio del contagio è ridotto. Da un punto di vista economico, però, questa misura comporterebbe un rischio: la riapertura a macchia di leopardo potrebbe causare delle distorsioni nella concorrenza tra privati.
Il premier Conte è a lavoro per organizzare una nuova riunione dedicata alla Fase 2 per individuare valide proposte per l’allentamento e per promuovere una ripresa sicura, che permetta di convivere con il Coronavirus. Il consigliere del ministro alla Sanità durante l’emergenza Covid, Walter Ricciardi, non è convinto sulla fase 2, perché afferma che “è assolutamente troppo presto“. Su Ricciardi, però, sono in corso problemi diplomatici, dopo le dichiarazioni sul presidente americano Donald Trump e l’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha rilasciato una nota, nella quale spiega: “Walter Ricciardi non rappresenta l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ma il governo italiano presso il comitato esecutivo dell’organizzazione“.
Una critica al governo arriva, però, anche dalla Confindustria. Il neopresidente Carlo Bonomi ha, infatti, dichiarato: “siamo in ritardo, studiare un modello di ripartenza da qui al 4 maggio non è semplice. La salute passa anche dal lavoro. La task force di Colao ci ha lasciati un po’ perplessi perché se si parla di riprendere le attività avrebbe fatto piacere che almeno un imprenditore fosse componente di questa task force“.
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