Il ministro degli esteri esprime anche preoccupazione per la situazione libica. “Ora è fondamentale riattivare le esportazioni”, dichiara Di Maio. E sulla ripartenza: “Ascolteremo le regioni”.
Luigi Di Maio fa il punto della situazione sull’emergenza Coronavirus. Il ministro per gli affari esteri è intervenuto durante la trasmissione L’aria che tira su La7, ha fatto capire che l’Oms deve esprimere massima chiarezza. Anche sulla base della trasparenza che l’Italia ha mantenuto fin da quando il virus si è diffuso nel Paese. “L’Italia in questa crisi ha sempre garantito la massima trasparenza. E la stessa trasparenza la esigiamo da tutti i Paesi. Abbiamo chiesto all’Oms, all’Onu di fare la massima chiarezza sull’origine di questo virus. Il nostro obiettivo ora è sconfiggere definitivamente il coronavirus, tutti i processi internazionali per capirne l’origine saranno i benvenuti”.
In qualità di ministro degli esteri, Di Maio parla anche dei conflitti che si stanno combattendo nonostante l’emergenza sanitaria. In particolare è la situazione libica a far riflettere l’ex leader del Movimento 5 Stelle. “Siamo preoccupati per quello che sta avvenendo in Libia, non solo per quello che sta accadendo adesso ma per quello che è accaduto negli anni e che ha sempre visto le comunità libiche cercare nel conflitto la risoluzione di un conflitto. Questo è impossibile. Noi con il processo di Berlino abbiamo chiesto di portare avanti un percorso che sia più inclusivo possibile. E continuiamo a farlo. L’obiettivo è quello di arrivare a un cessate il fuoco, per arrivarci tutti i paesi che sono coinvolti devono evitare ogni ingerenza. Ora è fondamentale riattivare le esportazioni di petrolio dalla Libia, perché quel blocco sta impoverendo ulteriormente il popolo libico e esasperando la situazione ulteriormente. Ormai è oltre un mese. Questo non farà che peggiorare una situazione incancrenita”.
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Si torna a parlare di Coronavirus. Di Maio ha sottolineato l’ottimo comportamento generale da parte degli italiani. Anche grazie a loro la diffusione del virus si è ridotta negli ultimi giorni. E in questo modo è possibile parlare di fase 2: “Ripartenza significa farlo con la massima responsabilità, rimettere in moto aziende e industrie e permettere alle famiglie di rimettere il naso fuori di casa. Alle famiglie che hanno fatto sacrifici per 40 giorni voglio dire che il loro lavoro ha portato frutti e sta portando risultati positivi”. Poi il ministro ha sottolineato l’impegno del Governo per gli italiani che si trovavano all’estero: “Abbiamo fatto rientrare in un mese 60.000 italiani dall’estero. Abbiamo usato 240 mezzi speciali, tra aerei, navi e treni che li sono andati a prendere”.
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Sempre a proposito della fine del lockdown, Di Maio fa capire che è giusto ragionare da nazione. Per questo motivo non è poi così certo che si valuti uno scaglionamento in base alle regioni, per la riapertura delle attività. “Dobbiamo ragionare in un’ottica di Paese, anche se ascolteremo le regioni. Il 4 maggio è una data in cui possiamo passare alla fase due, il che significa che cominciamo a vedere la luce in fondo al tunnel. Io sono molto prudente perche’ alcuni Paesi nel mondo per la fretta di riaprire si ritrovano in lockdown”.
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In questo senso Di Maio si è espresso anche sulla querelle tra il Governo e alcuni governatori di regione. La ripartenza sarà unica e uguale per ogni parte d’Italia, e la situazione di “contagi zero” deve essere il punto di partenza per riaprire tutte le attività produttive. “Nessuno era preparato al 100% alla pandemia, noi abbiamo creato un modello da zero, ma io non sono uno che dice che i governatori dovevano fare tutti la stessa cosa, ogni governatore conosce il suo popolo. Adesso dobbiamo arrivare a morti zero e contagi zero, poi si potranno aprire tutti i dibattiti”.