Il deputato di LeU valuta alcune alternative all’adozione del Mes. E sulla trattativa, Fassina dice: “Non possiamo permetterci di perdere tempo, gli aiuti non sono stati sufficienti”.
Stefano Fassina sostiene che l’accordo tra gli Stati membri dell’Unione per gli aiuti legati all’emergenza Coronavirus deve essere trovato al più presto. Il deputato di Liberi e Uguali ha fatto capire che l’Italia non può permettersi che si perda ancora del tempo, prima che questi aiuti vengano elargiti dall’Unione. Per questo motivo, Fassina si augura che la trattativa giunga alla stretta finale già nel prossimo incontro tra i capi di Governo. Anche perchè, per quanto l’emergenza sanitaria sembra andare in discesa nel nostro Paese, quella economica resta particolarmente accesa.
“Se lo spread sale così – esordisce Fassina – è anche perché la tempistica degli acquisti della Bce è inadeguata. In Europa è tutto sospeso in attesa del 23 aprile. Ma la Germania può permettersi di aspettare, noi no. Per mille motivi. Ne dico uno: il reddito di emergenza non arriva e vi sono milioni di famiglie in difficoltà. I primi interventi sono stati importanti ma insufficienti. Sulla liquidità, temo che, con la garanzia dello Stato, le banche rientrano in primo luogo delle loro esposizioni pregresse. Servono risorse, ma il Tesoro non fa le emissioni necessarie finché in Europa non si decide”.
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Non si può non parlare di Mes, e nemmeno Fassina se ne sottrae. Secondo il deputato di LeU, infatti, il Fondo Salva-Stati può rappresentare una prima ancora di salvezza sul piano economico. Non solo per l’Italia, visto che l’emergenza sanitaria legata all’emergenza Coronavirus ha colpito quasi tutti gli Stati membri dell’Ue. “Tutto passa per il Mes – sostiene Fassina – . Il ricorso a questo strumento in prospettiva porta un programma di ‘aggiustamento’ macroeconomico. Non c’è condizionalità di accesso, è vero. Ma nel testo del documento dell’Eurogruppo, finita l’emergenza sanitaria, resta in vigore tutta la normativa del Mes e del Patto di Stabilità. I trattati non vengono riscritti”.
Nel suo intervento, però, Fassina valuta anche delle alternative al Mes. Una di questa sarebbe clamorosa e riguarderebbe l’uscita dall’Euro. “Nel testo dell’Eurogruppo, c’è scritto che si avvia il percorso di stabilizzazione sotto la ‘sorveglianza’ delle strutture di controllo europee. Restano in piedi l’articolo 136 Trattato Ue e il Regolamento 472/2013 relativo al Two Pack. Il Mes mantiene le valutazioni di sostenibilità del debito che portano a un memorandum e a un programma di rientro vigilato dalla Troika. Esistono altre strade: sterilizzare il debito che sta già in pancia alle banche centrali europee. L’alternativa è il superamento dell’euro con un ‘divorzio amichevole’ come propone da anni Joseph Stiglitz”.