Coronavirus, la Raggi rassicura: “A Roma regalerei fiducia, ci aiuterà a superare questo momento”. E poi, su una possibile proroga del lockdown: “Parole d’ordine: progressività, gradualità, prudenza”.
Coronavirus, la sindaca di Roma Virginia Raggi, invitata a Buongiorno Regione, lancia un messaggio in occasione del “compleanno della capitale”, che compie oggi 2.773 anni dalla fondazione. La sindaca Raggi afferma sulla situazione coronavirus: “Cosa regalerei a Roma? Oggi è un Natale di Roma particolare, credo che i romani debbano sapere che è un Natale diverso, ma di incoraggiamento. Regalerei un senso di fiducia, ci aiuterà a superare questo momento difficile“. Poi la Raggi assicura il totale impegno del comune per garantire il mantenimento delle misure di sicurezza anche durante la fase 2 dell’emergenza coronavirus. Un momento molto delicato per il quale serve cautela e organizzazione. E la Raggi sottolinea: “Siamo al lavoro per stabilire i ritmi e le progressioni della riapertura. Le parole d’ordine devono essere progressività, gradualità e prudenza. Dobbiamo consolidare i risultati epidemiologici, e procedere un passo per volta“. Poi allontana subito l’ipotesi di una possibile proroga del lockdown: i dati sono incoraggianti, ma resta la prudenza per evitare un’inversione di tendenza. “Una proroga del lockdown non mi sembra sul tavolo, e non vorrei lanciare messaggi ancora più foschi. Anche i dati di oggi ci confortano sull’andamento del contagio. Bisogna procedere un passo per volta, senza strappare”.
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Resta l’idea di riaprire asili nido e materne come centri estivi. Un’idea nata da due motivazioni: l’esigenza di alleggerire il carico psicologico che grava sui più piccoli, e il bisogno di trovare luoghi a cui affidare i bambini quando i genitori torneranno a lavoro. “I nostri piccoli stanno soffrendo la mancanza di contatto con i loro coetanei. E poi, quando i genitori torneranno al lavoro, i bimbi con chi rimarranno?”.
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Per quanto riguarda il trasporto pubblico, è prevista una rigorosa applicazione delle misure di distanziamento sociale anche durante la fase 2. La Raggi è però tornata a chiedere risorse e poteri speciali per garantire standard di sicurezza necessari per il distanziamento da coronavirus. Poteri speciali “che non significano avere lo scettro ma procedure più snelle e veloci per mettere a terra i nostri fondi. Le casse comunali piangono, ma continuiamo a erogare servizi”.
Coronavirus a Roma e nel Lazio: la fase 2
Proprio nella giornata di ieri 20 aprile ha avuto luogo un vertice tra Regione Lazio, Prefettura, e mondo delle imprese e dei sindacati. Durante questo incontro sono emersi i cinque punti su cui Roma e tutto il Lazio fonderanno la ripartenza della fase 2: sanificazioni, obbligo di mascherina nei negozi, distanziamento di 1,5 metri all’aperto, rapporto inderogabile tra spazi commerciali e persone all’interno dei locali (10 metri quadri a testa per i negozi, 4 metri quadri per i bar), orari scaglionati per le attività commerciali e per gli uffici pubblici. Le librerie per esempio potrebbero aprire alle 11, tabaccai e abbigliamento potrebbero alzare la serranda prima.
Questo il piano emerso da due ore di riunione in videoconferenza. Sulle tempistiche di applicazione, si aspettano indicazioni del governo nazionale. E’ quanto sottolineato dal governatore del Lazio Nicola Zingaretti. Se sulle tempistiche la regione non intende fare fughe in avanti, sulle modalità inizia ad organizzarsi e a stilare un programma dettagliato. Entro giovedì sarà stilato un decalogo con regole valide per tutti. Il decalogo conterrà anche una serie di indicazioni per ciascun comparto produttivo.
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Quasi sicuramente il 4 maggio riapriranno fabbriche e cantieri. Al vaglio, però, c’è anche un allargamento di questa riapertura ad altri tipi di aziende. L’idea è di estendere il permesso anche a studi professionali e servizi. Poi si passerebbe al commercio non-food. Bar e ristoranti, invece, saranno gli unici a riaprire. Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di Commercio di Roma ha affermato: “Lo stesso discorso vale per palestre, centri benessere ed eventi culturali: ne parleremo in un secondo momento con equilibrio, ora stiamo cercando di capire cosa si può riaprire subito”.
Alcuni negozi si armeranno anche di barriere alle casse e gel disinfettante. Per le aziende al vaglio un’ulteriore ipotesi: istituire un referente Covid-19, in raccordo con la Asl, in grado di agire con tempestività in presenza di casi positivi. Per quanto riguarda invece uffici e attività non a contatto con il pubblico, l’idea della regione sarebbe di chiedere ancora il mantenimento del lavoro in smart-working.
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Sulla fase 2 si è espresso il presidente di Unindustria, Filippo Tortoriello. Tortoriello ha ricordato che nel Lazio “il 37,3% delle aziende sono sempre state aperte e il 36,1% ha avuto una chiusura parziale, mentre a livello nazionale è rimasto sempre aperto il 29.7% delle aziende”. Significa, per il leader di Unindustria, che “le aziende possono garantire la sicurezza dei lavoratori, si riparta quanto prima“. Per quanto riguarda i trasporti sarebbe dunque al vaglio l’idea di incrementare le corse dei bus per garantire il distanziamento sociale.