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Cronaca

Coronavirus, Conte: fase 2? Entro la settimana piano per post 4 maggio

Coronavirus, è tempo di pensare alla fase 2, e Conte inizia a dare i primi indizi sull’inidirizzo del governo. Su facebook ha annunciato che entro la settimana arriveranno tutti i dettagli definitivi sulle riaperture dal 4 maggio.

(Foto di Aris Oikonomou, da Getty Images)

Coronavirus, Conte dà una scadenza per le direttive sulla fase 2: entro la fine della settimana arriveranno notizie dettagliate sulle riaperture dopo il 4 maggio. E’ quanto annunciato dal premier in un post su facebook. “Prima della fine di questa settimana confido di comunicarvi questo piano e di illustrarvi i dettagli di questo articolato programma” per la fase 2 del Coronavirus. Poi anche una possibile tempistica sull’adozione di questo programma: “Una previsione ragionevole è che lo applicheremo a partire dal prossimo 4 maggio”. Ma il lungo post facebook contiene anche altri punti di interesse.

Riapertura? “Mi piacerebbe dire riapriamo tutto subito. Ma sarebbe irresponsabile”

L’annuncio dell’inizio della fase 2 dal 4 maggio è però accompagnato da una buona dose di cautela. Il premier Conte mette le mani avanti e anticipa ai cittadini, sempre tramite il post facebook, che in questo stadio di emergenza coronavirus non è lecito aspettarsi una riapertura immediata a 360 gradi. Rischierebbe di vanificare tutto. Infatti afferma: “Molti cittadini sono stanchi e vorrebbero un significativo allentamento delle misure, o, addirittura, la loro totale abolizione. Vi sono poi le esigenze delle imprese e delle attività commerciali di ripartire al più presto. Mi piacerebbe poter dire: riapriamo
tutto. Subito. Ripartiamo domattina“. Tuttavia, anticipa il premier, una riapertura totale e immediata potrebbe rappresentare un passo falso. Nulla di nuovo, è quanto affermato a più riprese dai principali rappresentati politici e tecnico-scientifici.

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Ora la ratifica del premier: “Ma sarebbe irresponsabile. Farebbe risalire la curva del contagio in modo incontrollato e vanificherebbe tutti gli sforzi che abbiamo fatto sin qui. Tutti insieme. In questa fase non possiamo permetterci di agire affidandoci all’improvvisazione. Non possiamo abbandonare la linea della massima cautela, anche nella prospettiva della ripartenza. Non possiamo affidarci a decisioni estemporanee pur di assecondare una parte dell’opinione pubblica o di soddisfare le richieste di alcune categorie produttive, di singole aziende o di specifiche Regioni. L’allentamento delle misure deve avvenire sulla base di un piano ben strutturato e articolato. Dobbiamo riaprire sulla base di un programma che prenda in considerazione tutti i dettagli e incroci tutti i dati. Un programma serio, scientifico”.

I criteri della riapertura scaglionata

(Foto di Andreas Solaro, da Getty Images)

A questo punto è necessario un programma in grado di scremare, selezionare chi può tornare a una maggiore libertà e chi invece è costretto ad attendere, o a contenere la propria fase due. Un criterio potrebbe essere quello di carattere regionale. Il programma della fase 2 “deve avere un’impronta nazionale, perché deve offrire una riorganizzazione delle modalità di espletamento delle prestazioni lavorative, un ripensamento delle modalità di trasporto, nuove regole per le attività commerciali”. L’indirizzo deve essere dunque di carattere nazionale, deve riguardare tutto il sistema nazione.

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Ma le modalità vanno ponderate prestando attenzione alle situazioni particolari. “Dobbiamo agire sulla base di un programma nazionale, che tenga però conto delle peculiarità territoriali. Perché le caratteristiche e le modalità del trasporto in Basilicata non solo le stesse che in Lombardia. Come pure la recettività delle strutture ospedaliere cambia da Regione a Regione e deve essere costantemente commisurata al numero dei contagiati e dei pazienti di Covid-19″.

Conte: necessari fierezza, unità e coraggio

Poi una nota “motivazionale”. A proposito delle critiche sulla tarda riapertura italiana rispetto agli altri Paesi europei, Conte ribadisce difende la risposta della nazione e del governo all’emergenza Covid-19: “Smettiamola di essere severi con il nostro Paese. Tutto il mondo è in difficoltà. Possiamo essere fieri di come stiamo affrontando questa durissima prova”. E poi, l’esigenza di mantenere unità nazionale. Il premier porta all’interno della nazione un principio già ribadito al di fuori del Paese, all’Europa: è necessaria unità per superare questa crisi. Il governo prenderà decisioni sulla fase 2 “nell’esclusivo interesse di tutto il Paese Nell’interesse dei cittadini del Nord, del Centro, del Sud e
delle Isole. Non permetterò mai che si creino divisioni. Dobbiamo marciare uniti e mantenere alto lo spirito di comunità. È questa la nostra forza”.

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Poi sottolinea il coraggio del governo. Anche qui, molte le critiche riguardo l’eccessiva delega di alcune responsabilità politiche al parare dei comitati tecnico-scientifici. Proprio qualche giorno fa Francesco Boccia, ministro per gli Affari regionali, aveva invitato la comunità scientifica a dare direttive più sicure, maggiori certezze. Diverse le polemiche sull’esigenza di decisioni politiche prese dal governo, di una presa di responsabilità. E oggi Conte: “Nei prossimi giorni analizzeremo a fondo questo piano di riapertura e ne approfondiremo tutti i dettagli. Alla fine, ci assumeremo la responsabilità delle decisioni, che spettano al Governo e che non possono essere certo demandate agli esperti, che pure ci offrono una preziosa base di valutazione. Assumeremo le decisioni che spettano alla Politica come abbiamo sempre fatto: con coraggio, lucidità, determinazione“.

L’equilibrio tra la cautela del comitato scientifico e la crisi delle imprese

(Foto di Emanuele Cremaschi, da Getty Images)

Il premier Conte sottolinea il coraggio del governo nel gestire l’emergenza coronavirus con decisioni politiche nette non demandate alla scienza. Ma sottolinea anche l’esigenza di un attento ascolto rivolto ai consigli degli esperti. “Abbiamo gruppi di esperti che stanno lavorando al nostro fianco giorno e notte“, aggiunge. “C’è il dott. Angelo Borrelli che sin dalla prima ora ci aiuta, per tutta la parte operativa, con la Protezione civile. C’è il dott. Domenico Arcuri che mette le sue competenze manageriali a servizio dell’approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale e delle apparecchiature medicali. C’è il prof. Silvio Brusaferro che insieme al Comitato tecnico-scientifico ci fornisce un’analisi scientifica e ci suggerisce le misure di contenimento del contagio e di mitigazione del rischio. Più di recente si è aggiunto il dott. Vittorio Colao che insieme a tanti altri esperti sta offrendo un contributo determinante per la stesura di un piano per una graduale e sostenibile riapertura, che tenga conto di tutti i molteplici aspetti, operativi e scientifici”. Questa la squadra al fianco del governo. E’ necessaria cautela, e la cautela prevede un attento ascolto degli esperti e poi un’assunzione di responsabilità da parte della politica.

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E infatti Conte, a proposito delle imprese ferme causa coronavirus, continua: l’attenzione alle imprese è alta, ma serve cautela. “Continua senza sosta il lavoro del Governo, coadiuvato dall’équipe di esperti, al fine di coordinare la gestione della ‘fase due’, quella della convivenza con il virus. Questo Governo ha messo al primo posto la tutela della salute dei cittadini, ma certo non è affatto insensibile all’obiettivo di preservare l’efficienza del sistema produttivo“. E ancora: “In questa fase non possiamo permetterci di agire affidandoci all’improvvisazione. Non possiamo abbandonare la linea della massima cautela, anche nella prospettiva della ripartenza. Non possiamo affidarci a decisioni estemporanee pur di assecondare una parte dell’opinione pubblica o di soddisfare le richieste di alcune categorie produttive, di singole aziende o di specifiche Regioni. L’allentamento delle misure deve avvenire sulla base di un piano ben strutturato e articolato”, aggiunge.

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