Bombshell – La voce dello scandalo ha a propria disposizione un cast di altissimo livello formato da Charlize Theron, Nicole Kidman e Margot Robbie, ma lo sfrutta malissimo in un film che fa di tutto per evitare di colpire a fondo e di andare a segno, disinnescando così un racconto potenzialmente esplosivo.
Quello che doveva essere un atto di accusa contro l’ex dirigente televisivo Roger Ailes e, per attraverso lui, nei confronti di un intero establishment maschilista e predatorio, si rivela un film dallo scarso interesse. A brillare in Bombshell – La voce dello scandalo sono esclusivamente le sue tre attrici principali: Charlize Theron (candidata all’Oscar per il suo ruolo), Nicole Kidman e Margot Robbie.
Bombshell | la recensione del film
Roger Ailes morì nel 2017 e poco dopo la Annapurna Pictures (che poi abbandonerà il progetto) annunciò di stare lavorando ad un film incentrato sulla causa per molestie sessuali che gli era stata intentata nel 2016. Ailes è stato un influente dirigente televisivo americano e consulente dei media. È stato presidente e CEO di Fox News, Fox Television Stations e 20th Television, da cui si è dimesso nel luglio del 2016 dopo che 23 donne avevano denunciato di aver subito violenze sessuali sul luogo di lavoro e non. Materiale quindi potenzialmente esplosivo per un film, ma che, nelle mani di Jay Roach, regista abile ed elegante quanto irrimediabilmente tranquillizzante, perde tutta la sua forza. Scritto dallo sceneggiatore de La Grande Scommessa (che invece non faceva sconto), ma diretto dallo stesso regista di Austin Powers e Trumbo, quindi da sempre abituato a maneggiare materiale decisamente più leggero e meno complicato, Bombshell – La voce dello scandalo è un film colpevolmente mainstream. Nel tentativo di piacere per forza a tutti si rischia di perdere la propria personalità distintiva.
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Un film innocuo e poco interessante
È difficile quindi indicare dove Bombshell – La voce dello scandalo effettivamente sbagli qualcosa a livello narrativo o tecnico. Il suo fallimento sta nel fatto di non utilizzare mai le contraddizioni dei propri personaggi come strumento per scavare a fondo delle cose. Le tre donne di cui parla il film hanno deciso infatti di accettare un sistema di valori conservatori, ma anche loro non possono accettare il maschilismo come elemento ineludibile del proprio lavoro. Lavorano per Fox News ma non accettano di subire determinati comportamenti. Il film però non coglie mai il vero interesse di questo apparente paradosso e decide di raccontare la loro storia come se fossero tre donne come altre, senza indagare mai in che modo le molestie subite cozzino con i loro valori e le loro convinzioni.
Il sessismo sul posto di lavoro
Bombshell – La voce dello scandalo è quindi un film militante, non tanto interessato a raccontare le cose per come sono realmente andate (cosa che comunque si sforza di fare), ma a svelare i meccanismi e le dinamiche del sessismo e del maschilismo sul posto di lavoro. E ci dice che non sono solo quelle appena arrivate a subire questi atteggiamenti, ma anche chi nel frattempo pensava di aver guadagnato una propria posizione di rispetto.