Arcuri: “Alternativa a Immuni è privare della libertà. Fase 2? Niente fretta”

Il commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus svela anche alcuni numeri: “Da ieri ricoveri inferiori a numeri dei posti in terapia intensiva, 40 milioni di mascherine per le regioni”. Toti e Lupi replicano ad Arcuri.

Una lunga conferenza stampa per parlare dei tempi più stringenti, come la tanto attesa Fase 2 e l’applicazione Immuni. Domenico Arcuri, commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus in Italia, ha spiegato in alcuni punti come ci si comporterà nei prossimi giorni. E con una frase che è destinata a far discutere, Arcuri ha spiegato che è fondamentale munirsi di questa app, non appena partirà la fase 2. “L’alternativa alla app è ancora la privazione della libertà”, ha dichiarato. Una frase che forse non spiega nel migliore dei modi l’importanza dell’applicazione per la libera circolazione.

“Il contact tracing – prosegue Arcuri – è una modalità per garantire che in qualche modo vengano conosciuti e tracciati i contatti che le persone hanno, molto importante se qualcuno si contagia. Possono essere usati per contenere la diffusione del virus. In tutto il mondo alleggerire il contenimento significa essere in grado di mappare tempestivamente i contatti delle persone. L’alternativa alla mappatura tempestiva dei contatti è semplice: le misure di contenimento non possono essere alleggerite e noi dovremmo continuare a sopportare i sacrifici che abbiamo sopportato in queste settimane, privandoci di quote importanti della nostra libertà”.

Leggi anche -> Il ministro Azzolina istituisce un Comitato di esperti per la scuola

Leggi anche -> Di Maio: “Chiarezza sul virus, rimetteremo in moto aziende e industrie”

Arcuri ci tiene comunque a sottolineare che “la privacy e la riservatezza dei dati è un diritto inalienabile ed irrinunciabile”. Dunque i dati e le informazioni sulla propria posizione, fornite attraverso Immuni, non verranno svelate al di fuori delle infrastrutture tecnologiche del Governo. Il commissario ha anche fatto capire che si potrebbe giungere a un passo successivo: “Sarà necessario, in tempi ristretti e nelle forme possibili, che la app si possa connettere al sistema sanitario nazionale, che dia informazioni perché si possa intervenire tempestivamente ed efficacemente. Solo così il contact tracing avrà una valenza e non sarà solo un sistema informativo”.

A proposito della tanto attesa Fase 2, Arcuri sposa la tesi per cui non bisogna avere fretta. Secondo il commissario, infatti, bisogna fare le cose per bene: “Non bisogna prendere alcuna decisione frettolosa, dobbiamo essere ancora più consapevoli e responsabili. Il virus è ancora tra noi. Abbiamo imparato a contenerlo e i nostri concittadini hanno imparato ad attrezzarsi e a fronteggiarlo, a costo di una sostanziale privazione delle libertà e proprio per questo dobbiamo sapere che non è stato sconfitto né allontanato”. E sulle dotazioni alle Regioni, Arcuri è lapidario: “Ci sono 40 milioni di mascherine nei magazzini delle Regioni. Servirà per fronteggiare picchi di domanda o rigurgiti dell’emergenza. Ormai questo argomento delle mascherine lo possiamo accantonare, ha lasciato il passo a ulteriori questioni. Continuiamo una massiccia distribuzione, sono soddisfatto della trasparenza delle Regioni che dichiarano di averne un po’ più di quelle che gli servono”.

Leggi anche -> Salvini: “Votato contro gli Eurobond perchè non vogliamo indebitarci”

Conferenza Arcuri, la reazione di Toti e Lupi

Non mancano le reazioni al discorso fatto da Arcuri. In primis quella di Giovanni Toti, governatore della Liguria. L’esponente di Forza Itlaia ha fatto capire che l’operato in ottica test, e soprattutto per quanto riguarda i risultati, non è stato ineccepibile: “Il commissario straordinario Domenico Arcuri si sta spendendo con risultati non soddisfacenti dal momento che ha detto che i test saranno vidimati da Iss, Ministero della Salute e commissario non prima del 29 aprile. Si chiede alle Regioni di fare test che la Liguria sta eseguendo a sue spese e responsabilità, ma il Governo non ha stabilito qual è il protocollo da seguire, non ha dato 1 euro e fatica a mandare reagenti per i tamponi”.

Leggi anche -> Di Battista: “Sul Mes mi fido di Conte, Salvini dice menzogne”

Dice la sua anche Maurizio Lupi, presidente di Noi con l’Italia. Il suo attacco ad Arcuri riguarda in particolare le parole spese per l’applicazione Immuni. Secondo Lupi, si è trattato di un’uscita per indurre la gente a credere sulla bontà dell’app. “Io penso che il Governo, oltre ad avvalersi del parere degli esperti, dovrebbe dar loro alcuni criteri e indicazioni, soprattutto per quanto riguarda la comunicazione ai cittadini. Mentre con i rappresentanti dell’opposizione siamo in riunione con Palazzo Chigi per discutere della applicazione Immuni per il tracciamento dei movimenti delle persone, Arcuri se ne esce in conferenza stampa e dice che o si scarica la app sul cellulare o non si esce di casa. Conoscendo Arcuri penso che si tratti di un infortunio, un maldestro tentativo di convincere dell’utilità di questa applicazione e della sua assoluta necessità, altrimenti direi che questo si chiama ricatto ai cittadini”.