Scuola, appello ipovedenti: “Serve la presenza dei professori”

L’appello degli ipovedenti e dell’associazione “Con i miei occhi” alla ministra della scuola Azzolina. “I corsi a distanza non sono utili, è necessaria la presenza dei professori. L’emergenza covid si sta rivelando drammatica per il loro operato”

dubbi comitato scientifico su chiusura scuole
foto archivio

L’associazione “Con i miei occhi” ha lanciato un accorato appello alla ministra della scuola Azzolina affinchè si faccia carico delle istanze degli ipovedenti e delle categorie che più di tutti soffrono l’emergenza covid. “E’ una situazione difficile – spiega la presidente Cecilia Bonaccorsi – i corsi a distanza non sono utili ed è necessaria la figura del professore. Il loro operato è assolutamente deficitario e dannoso in queste condizioni”.

Una posizione analoga è espressa dalla Uici di Catanzaro con la presidente Luciana Loprete. “Le moderne tecnologie ci consentono, in modalità “talkyoo”, di ritrovarci contemporaneamente ad un orario prefissato in audio conferenza. Ma anche di condividere alcune attività, come il teatro, il libro parlato o l’audiofilm per riempire le giornate – continua la Loprete –. Certo, non è la stessa cosa: noi eravamo abituati ad incontrarci giornalmente, a fare attività di laboratorio e a scegliere sempre pezzi nuovi da cantare come “coro dell’UICI”. Ma ci vuole un po’ di pazienza, e attendere che quest’incubo passi”.

Di recente la Loprete ha anche preso parte all’incontro, in piattaforma online, che l’UICI nazionale ha tenuto con il ministro della Pubblica Istruzione Lucia Azzolina, alla quale sono stati dati alcuni suggerimenti per facilitare la didattica a distanza agli studenti con minorazioni visive. Una missione non facile.

Leggi anche –> Coronavirus, Bonafede: “Serve compattezza, divisioni rallentano la Fase 2”

Leggi anche –> Trump minaccia di tagliare i fondi all’OMS. Cosa succederà?

banchi di scuola - meteoweek.com
banchi di scuola – meteoweek.com

Le richieste per allontanare i disagi

“Per gli studenti che hanno questo tipo di disabilità non è affatto semplice seguire la lezione e la relativa sintesi vocale in contemporanea –chiarisce a tal proposito la presidente dell’UICI –. E’ per questo che ci siamo rivolti al ministro, affinché per tempo preveda l’adozione di libri di testo in braille o a caratteri evidenti con l’accordo degli editori. Allo stesso tempo figure professionali che sappiano utilizzare gli ausilii informatici di cui disponiamo e che sappiano fare da affiancamento agli studenti, in particolare ai maturandi”.

Ma quello che più manca in questo periodo di restrizioni è il contatto fisico, che per un non vedente rappresenta anche il principale mezzo di comunicazione. “Non possedendo il dono della vista, a noi sorge in maniera del tutto spontanea l’esigenza “tattile”, molto rischiosa in tempi di coronavirus – conclude Luciana Loprete –. Ci è stata tolta la possibilità di fare la spesa, che per noi rappresentava un rito, anche perché conoscevamo gli scaffali degli alimenti a memoria, e sapevamo già dove trovare quello di cui avevamo bisogno. Ed è come se ci avessero privato del più importante dei sensi, che per noi è il tatto”.

Gestione cookie