L’italia è ormai pronta alla transizione verso la Fase 2 dell’emergenza coronavirus, ma il pentastellato Bonafede avverte: per la ripartenza serve la compattezza delle istituzioni, poiché ogni divisione rallenterebbe la manovra. E della stessa opinione è anche il ministro Speranza.
Il capo delegazione del
Movimento 5 Stelle,
Alfonso Bonafede, si è espresso poco fa attraverso
il suo account Facebook in merito a quella che è “la settimana fondamentale” per la transizione alla
Fase 2 dell’emergenza
coronavirus. “Quella che abbiamo di fronte sarà una
settimana fondamentale per l’elaborazione della cosiddetta ‘fase 2’,
una ripartenza in piena sicurezza per tutti i cittadini”, scrive infatti nel suo ultimo post.
Ed è per questo, allora, che Bonafede si appella all’unità e alla “compattezza delle istituzioni coinvolte: dal Governo, insieme al Comitato tecnico scientifico e alla task force, alle Regioni e i Comuni”. Ogni divisione rischia infatti di compromettere e rallentare l’efficacia di questa fase, e per tale ragione bisogna essere “uniti e coordinati nell’applicare e declinare le misure nei singoli territori“.
Un messaggio, questo, che vuole essere una vera e propria raccomandazione, e che è stato lasciato nello stesso post in cui il pentastellato ha confermato la riunione dei capidelegazione e del premier Giuseppe Conte al termine del Consiglio dei ministri.
Ministro della salute Speranza, “guai a dividersi”
In tal senso si è espresso anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, in una recente intervista per Radio Capital. Ai giornalisti, infatti, oltre a ribadire l’importanza dei sacrifici che hanno compiuto i cittadini per permettere alla sanità di salvare la vita a migliaia di persone, e oltre a spiegare la funzionalità della tanto chiacchierata app Immuni, Speranza ha parlato della necessità del Paese di rimanere unito, sia dentro i confini nazionali che al di fuori.
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“Abbiamo tutti insieme approvato le norme perché il 4 maggio sia una data attorno alla quale dobbiamo costruire questa fase 2. Mi auguro che al più presto ci possa essere un incontro tra le forze sociali e con loro irrobustire il documento del 14 di marzo che ci ha aiutato in queste settimane difficili per avere sicurezza nei luoghi di lavoro. Ma voglio essere chiaro su un punto: la battaglia non è vinta. Guai a dividersi“, ha infatti ammonito il ministro.