Alla difesa di Luca Palamara è stato notificato il provvedimento di conclusione delle indagini preliminari. Le accuse più gravi sono cadute.
Per i difensori del pm Luca Palamara, Roberto Rampioni, Mariano e Benedetto Buratti, oggi è stato un buon inizio settimana. Il pm, indagato per corruzione dalla procura di Perugia, può tirare un sospiro di sollievo. È arrivata la notifica del provvedimento di conclusione delle indagini preliminari. Come dichiarato dalla difesa: “Con soddisfazione apprende che le più gravi forme di corruzione originariamente ipotizzate sono escluse”.
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Il pm Palamara, ricordiamo che è stato consigliere Csm e presidente dell’Anm. Ora non è più accusato di aver ricevuto somme di 40.000 euro. Questi, per nominate il dott. Longo come Procuratore di Gela o per danneggiare il dott. Bisogni nell’ambito del procedimento disciplinare che lo vedeva coinvolto. Il pm da sempre ha sostenuto e si è difeso, in merito alle accuse che gli sono state mosse contro. Lo scorso giugno aveva affermato in un’intervista: “Non mi riconosco, su questa valanga di fango caduta sulla mia persona e sulla magistratura intera”. Aggiungendo:”Non avrei mai inteso danneggiare alcuno, tanto meno i colleghi del mio Ufficio verso i quali ho sempre manifestato stima, disponibilità e attenzione”.
Attenzione, al pm romano rimangono ancora da sciogliere ulteriori ipotesi di reato. Gli avvocati sono sereni e certi di riuscire a portare all’attenzione degli organi inquirenti ulteriori e decisivi elementi. Così da dimostrare l’insussistenza e l’assenza di qualsiasi forma di istigazione per conoscere notizie note riportate dalla stampa. Inoltre, la difesa ha la certezza avvalorata dall’esistenza di insanabili contraddizioni emerse in ambito investigativo. Quindi, gli avvocati sono sicuri anche su questo punto. Visto che alla base del calcolo delle utilità asseritamente ricevute dal loro assistito, sono state computate somme indicate in fatture palesemente false.
La procura di Perugia, inoltre ha notificato anche la chiusura delle indagini delle altre persone coinvolte nella stessa inchiesta. Precisamente, del consigliere del Csm Luigi Spina, dell’amica di Palamara Adele Attisani, dell’imprenditore Fabrizio Centofanti e del titolare di un’agenzia di viaggi, Giancarlo Manfredonia. Nonostante tutto, comunque tutti rischiano il processo.
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