Il 4 maggio è ancora lontano, almeno dal punto di vista dei numeri. Ricciardi prosegue: “È importante non affrettare e continuare, stiamo studiando modelli sulla base dell’azzeramento dei casi”.
In Italia continua a salire una trepidante attesa per l’inizio della Fase 2. Questa dovrebbe partire nel nostro Paese tra due settimane esatte, ovvero il 4 maggio prossimo. Il giorno precedente sarà anche l’ultimo di un lockdown che sta tenendo gli italiani a casa – tranne che per sbrigare funzioni primarie – ormai da quasi due mesi. Tuttavia, Walter Ricciardi sostiene che bisogna ancora aspettare qualche giorno prima che la situazione in Italia possa creare i presupposti per un riavvicinamento a una vita normale. Anche perchè ancora il tanto previsto calo drastico dei casi di positività al Coronavirus non è arrivato.
E allora ecco che il membro del comitato esecutivo dell’Oms, intervenuto ai microfoni di Sky TG 24, ha fatto capire che i tempi non sono ancora maturi. Anche perchè siamo ancora nel pieno di una Fase 1 che si costituisce soprattutto con il rispetto delle restrizioni imposte alla vigilia del lockdown. “È assolutamente troppo presto per iniziare la fase 2 – ha dichiarato Ricciardi – . I numeri, soprattutto in alcune Regioni, sono ancora pieni di una fase 1 che deve ancora finire. È assolutamente importante non affrettare e continuare”.
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Ricciardi ha parlato del lavoro che si sta svolgendo insieme al Governo nazionale, ma anche in concerto con le regioni. Anche perchè l’Italia, almeno sul piano della diffusione del Coronavirus, sembra spaccata in due, tra chi sta soffrendo per via dei dati alti e chi sta gestendo la situazione con tranquillità. “Stiamo facendo dei modelli che studiano quando presumibilmente ci sarà l’azzeramento dei contagi nelle prossime settimane o in certi casi nei prossimi mesi e soltanto sulla base di quei numeri si potrà dare il via libera. Il piano del ministro Speranza potrà partire, soprattutto in alcune Regioni, quando conteremo i nuovi casi sulle dita di una mano e non certamente con numeri a quattro cifre”.
Anche perchè è fondamentale che non ci siano delle ricadute, che facciano finire alle ortiche i due mesi di restrizioni e misure drastiche. Ricciardi fa capire che questo scenario vada assolutamente evitato, anche per consentire ai milioni di italiani costretti a casa di riprendere le proprie abitudini. Soprattutto sul piano lavorativo: “Non ce la possiamo permettere (la ricaduta, ndr) perché significherebbe richiudere prontamente tutte le attività, risigillare tutti a casa in maniera forte e soprattutto esercitare quella pressione sul servizio sanitario nazionale che poi si traduce in malati, intubati e morti. È una cosa che non vogliamo si ripeta”.
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