All’interno di un campo profughi in Grecia sono scoppiati dei disordini a causa della morte di una donna irachena, in seguito ai quali c’è stato un incendio.
In uno dei più grandi campi profughi della Grecia è scoppiato il caos: prima di essere gravemente danneggiato da un incendio, erano scoppiati dei disordini a causa della morte di una donna irachena: a riferirlo è un funzionario locale. Le fiamme, divampate ieri nel campo sull’isola di Chios, hanno distrutto le strutture del servizio di asilo europeo, una mensa da campo, alcune tende e molti container, ha affermato il
segretario al ministero dell’Immigrazione, Manos Logothetis. Sono state arrestate tre persone accusate di aver seminato il panico. L’episodio che avrebbe innescato la rivolta sarebbe correlato alla morte di una richiedente asilo dell’Iraq di 47 anni. La donna si era sentita male ed era stata trasportata in ospedale con sospetto Covid-19. Risultata negativa al tampone, sarebbe stata riportata in loco. I campi sono comunque stati messi in quarantena nelle ultime settimane con le autorità che cercano di tenere i migranti separati dai cittadini per paura dello scoppio di una nuova ondata di contagi.
Leggi anche –> Coronavirus, Campagnano di Roma è zona rossa
Leggi anche –> Coronavirus, Italia-Spagna: Madrid in testa
Nel Paese sono stati registrati 110 morti a causa del Covid-19, mentre altri 67 sono in terapia intensiva. La Grecia non è stata particolarmente colpita dal virus ma la tensione è altissima soprattutto a causa della crisi economica. Recentemente era scoppiato uno scandalo a causa della detenzione illegale di centinaia di bambini migranti non accompagnati tenuti in celle di polizia antigieniche e centri di detenzione. Human Rights Watch (HRW) aveva lanciato un appello dando così vita ad una campagna per liberare i bambini. Il loro rilascio da condizioni di detenzione offensive li proteggerebbe meglio dalle infezioni in caso di pandemia di coronavirus. Le autorità greche descrivono la detenzione di minori non accompagnati come un “regime di custodia protettiva” e affermano che si tratta di una misura di protezione temporanea nel migliore interesse del minore. Non è ancora chiaro a che tipo di protezione ci si riferisca precisamente.