A dirlo è stato l’avvocato di Alessio Feniello, unico condannato per la strage di Rigopiano. “Non è possibile riunirci tutti in una sola stanza”, ha dichiarato Camillo Graziano.
“Il processo di Rigopiano si potrà fare quando riapriranno cinema e teatri, perché valgono le stesse regole e ci sono in sostanza numeri simili”. Potrebbe sembrare una provocazione, e forse è stata lanciata in questa direzione, ma alla fine potrebbe anche essere la soluzione reale, o comunque quella più concreta. E a lanciarla è stato Camillo Graziano, il legale di Alessio Feniello. Si tratta dell’unica persona che fin qui è stata condannata per la strage di Rigopiano, oltre che il papà di Stefano, una delle vittime della valanga che ha abbattuto l’hotel nel gennaio di tre anni fa.
Nella migliore delle ipotesi, infatti, il maxi processo per la strage di Rigopiano dovrebbe riprendere il prossimo 10 luglio. Almeno questa è la data che è stata fissata dal presidente della commissione, Angelo Mariano Bozza. Ovviamente si tratta di una scadenza tutt’altro che certa, a causa delle restrizioni legate all’emergenza Coronavirus e alla riapertura a rilento per tutte le strutture al chiuso. E trattandosi per l’appunto di un maxi processo, ci si attende una presenza tra le 150 e le 200 persone, tra imputati e familiari delle vittime. Dunque occorre uno spazio abbastanza grande da poter contenere tutti questi soggetti.
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Da qui nasce la possibilità che la provocazione lanciata dall’avvocato Graziano possa trasformarsi in una reale occasione. Il legale ha fatto capire che “è impossibile riunirci tutti in una sola stanza”. L’aula 1 del Tribunale di Pescara, quella in cui si sono svolti i primi dibattimenti, si era infatti dimostrata troppo piccola in situazione normale. Lo stesso Graziano ha fatto capire che gli stessi legali erano costretti a una vera e propria gara di velocità per assicurarsi i posti in prima fila, che chiaramente erano pochi. Da qui il dubbio del legale di Feniello: e se si ricorresse alla sala conferenze di un teatro?
Si potrebbe ovviamente aggirare il problema puntando sulla tecnologia. Ma anche Wania della Vigna, che assiste la sorella di Sara Angelozzi, si allinea con la proposta provocatoria del collega Graziano. “Vedo più realistico utilizzare una struttura più grande. Un auditorium, un cinema, un teatro”, dice. E fa riferimento anche a episodi del passato: “I precedenti non mancano, penso alla Costa Concordia. E’ tutto nelle mani del presidente del tribunale, che ha fatto la scelta giusta, rinviando subito a luglio. Stiamo vivendo una situazione drammatica, molto dipenderà da come vanno le cose e dalle decisioni del governo centrale. Se lo stato d’emergenza sarà prorogato, naturalmente slitteranno anche i processi”.
La Della Vigna ha fatto un altro esempio, relativo al dibattimento per le responsabilità connesse al terremoto di Amatrice. Questo si svolgerà in una piattaforma da remoto, che verrà sperimentata a Rieti. “Bisogna verificare se è idonea, lo vedremo”, ha dichiarato il legale. Potrebbe essere il piano B rispetto all’idea avuta dall’avvocato dell’unico condannato per lo scandalo di Rigopiano.