Il papà della piccola Milena aveva ricevuto la multa, ma era di ritorno dalla visita di controllo con la bimba di 8 anni. Milena è stata sottoposta al trapianto del midollo a dicembre dello scorso anno.
È giunta finalmente a una lieta conclusione la storia di Alessandro Grippa. L’uomo è il papà della piccola Milena, una bambina di 8 anni che lo scorso mese di dicembre ha ricevuto un trapianto di midollo. I due, padre e figlia, si stavano recando a una visita di controllo proprio per verificare le condizioni della bambina, in base alla tabella di marcia stabilita dopo l’operazione. Ma quel giorno, l’agente della polizia locale non ha avuto pietà e dopo aver effettuato il consueto controllo previsto dalle restrizioni contro il Coronavirus, ha optato per una clamorosa multa inflitta ad Alessandro.
Da qui è partita una polemica sul web, innescato in maniera inevitabile dal papà di Milena. Nella giornata di ieri, Alessandro Grippa ha reso nota la notizia della multa, facendo capire tutto il proprio stupore per una sanzione che effettivamente non meritava. Ma dopo poche ore è arrivata un’altra notizia, quela più attesa sia dall’uomo che da tutta la comunità del web, che era venuta a conoscenza della sua storia. La multa è stata infatti annullata, come ha annunciato lo stesso Alessandro attraverso un post, pubblicato su Facebook pochi minuti fa e che ha fatto il giro dei social.
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“Buongiorno! Un abbraccio virtuale a tutti i nostri sostenitori, ancora una volta nel momento del bisogno gli italiani dimostrano di avere un cuore grande come una casa: non vi dico la valanga di messaggi su Messenger ieri dalle 12 fino alle 21, poi alle fine ho spento il telefono, ero cotto”. Alessandro ha ringraziato sia coloro i quali gli hanno scritto per chiedere informazioni, sia Cinzia Ricciardi. La donna è il capo del dipartimento toscano della polizia toscana, che è stata la responsabile della revoca della multa.
E proprio a lei, e al capo del commissariato di Piombino Walter Delfino, si è rivolto Alessandro nel prosieguo del suo post. “Ero titubante nel lanciare una raccolta fondi, perché si trattava di una questione di principio e non di soldi: chi ci ha donato già qualcosa sappia che i loro soldi verranno versati alle associazioni Agbalt onlus e Admo”. E poi c’è anche spazio per le scuse, a causa delle brutte parole usate in un primo tempo: “Ho sbagliato a dire che lo stato italiano fa schifo, non lo penso, ero arrabbiato, c’è stato solo un errore di valutazione degli agenti che ci hanno fermato: sono uomini e donne, come tutti possono sbagliare, con questo ripongo piena fiducia nella Polizia di Stato”.