Decine di anziani sono morti con Coronavirus nelle case di riposo toscane. Alla base di questi decessi c’è la carenza di mascherine e i ritardi nella consegna dei risultati dei tamponi.
Non c’è solo la Lombardia a far segnare una serie di morti anomale, in questi giorni di emergenza Coronavirus. Anche in Toscana, infatti, le case di riposo hanno portato alla luce decine di decessi sui quali ci sono delle evidenti responsabili. Ad oggi, infatti, sono ben 149 gli anziani che hanno perso la vita nelle strutture a loro dedicate nella regione. E in queste ore si stanno cercando delle motivazioni per cui cercare di spiegare queste decine di anziani morti nelle case di riposo. Tra queste, ce ne sono due per le quali poter individuare anche dei colpevoli per delle vite spezzate.
E anche in questo caso, com’è spesso accaduto in altri contesti, ci sono i tamponi e le mascherine al centro del problema. Come in altre situazioni collegate a doppio filo con l’emergenza Coronavirus, c’erano troppe poche mascherine e troppi ritardi nella gestione dei tamponi nelle case di riposo della Toscana. Il Coronavirus ha causato una serie di morti e di contagi in maniera eccessiva, proprio per la cattiva gestione delle strutture destinate alle persone più anziane. Chiaramente gli stessi residenti delle case di riposo erano impreparati alla pandemia, ma la cosa più grave è che a esserlo erano anche gli inservienti e i sanitari.
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E dire che la prima circolare relativa all’emergenza Coronavirus per le case di riposo toscane era stata fatta circolare lo scorso 2 marzo. Oltre un mese e mezzo fa, cioè in tempo utile per cercare di ridurre al minimo rischi e conseguenze di questo contagio. Nel documento erano presenti le linee guida da seguire in merito alle accettazioni, alle modalità operative del personale sanitario, sulla separazione tra le aree Covid e No-Covid e sull’accesso (vietato) dei visitatori. Questo genere di misure è stato rispettato nei limiti del possibile, visto che non tutte le case di riposo sono riuscite ad attenersi.
E poi c’è la questione relativa alle mascherine. Non c’erano quelle FFP2 per gli stava a contatto con i pazienti, ma la cosa non è più così stupefacente. Questo è avvenuto perchè la Regione Toscana non è stata in grado di fornirle, allo stesso modo degli altri dispositivi per proteggere le persone dal Coronavirus. Ed è forse stato tardivo, visto in quest’ottica, il provvedimento preso lo scorso 29 marzo dal governatore Enrico Rossi. Qui vi è scritta la modalità di trattamento dei casi di persone contagiate da Coronavirus, con esami a tappeto sia per gli ospiti delle Rsa che per gli operatori.
Ora le cose potrebbero andare meglio in Toscana. Lo stesso Rossi ha fatto sapere che ogni cittadino toscano potrà contare su 30 mascherine al mese, in modo per addentrarsi nel migliore dei modi nella tanto attesa Fase 2. E con l’applicazione dei test sierologici, più veloci e reperibili in maniera più semplice e abbondante rispetto ai classici tamponi, la situazione potrebbe essere ancor più agevole.