Luca Durè rende noti i primi risultati dei test sierologici per scoprire le positività e le immunità da Coronavirus. “Grande differenza con i dati dei contagi ufficiali che vengono diramati ogni giorno”.
Luca Durè rende noti i primi risultati dei test sierologici svolti nel suo comune. Il sindaco di Cisliano, comune della città metropolitana di Milano, ha fatto sapere che molta gente si è sottoposta a questo nuovo genere di controlli per verificare positività e immunità da Coronavirus. E le sue parole, raccolte da Corriere TV, rendono noto uno scenario già noto in altri contesti in cui si sono svolti i test sierologici. Anche nel caso di Cisliano, infatti, il tasso di immunità da Coronavirus non è poi così alto, visto che circa una persona su 9 è risultata immune al Covid-19.
“I primi test sembrano confermare – dichiara Durè – la tendenza dei dati di Robbio, il primo comune che ha sperimentato questo tipo di analisi sierologiche. Siamo tra il 10 e il 15%. Chiaramente sono i primi numeri, quindi ai fini statistici hanno attendibilità relativa, però ci danno già una indicazione quantitativa. Una conferma di un trend di infezioni decisamente superiori ai numeri ufficiali che vengono resi noti sui media. Si parla di dati 30-40 volte superiori rispetto a quelli considerati ufficiali”.
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Nell’analisi dei dati derivati dai test sierologici svolti nel suo paese, il sindaco di Cisliano ha proseguito con il suo confronto con i dati nazionali. “Questi test che facciamo non hanno il principale scopo di diagnosi della malattia. Servono a capire se una persona è stata infettata dal Coronavirus negli ultimi mesi. Quasi tutti hanno gli anticorpi a lungo termine e denotano un contagio. Nella maggior parte dei casi si tratta di persone asintomatiche o con sintomi che non sono riconducibili a sindromi influenzali. Vuol dire che il virus ha avuto una diffusione molto più ampia rispetto a quanto viene detto con i dati ufficiali”.
Il sindaco del comune milanese ha fatto anche capire che l’eventuale contagio da Coronavirus ha portato alla composizione di anticorpi. “Ora dobbiamo capire se queste persone possono essere considerate immuni e per quanto tempo, in quanto hanno sviluppato degli anticorpi. Il dibattito adesso si sta incentrando sulla durata di questi anticorpi. Si parla di qualche mese ma si pensa anche a uno o due anni di immunità”. Durè ha parlato anche di una nuova importante implementazione: “Lunedì faremo i prelievi a domicilio su richiesta, avremo anche dei dati relativi alle persone in quarantena in casa. Abbiamo messo persone in quarantena o i cosiddetti casi clinici che, sulla base dei sintomi riscontrati dai medici, sono stati definiti probabili casi Covid ma senza il tampone. Ci sono persone a casa con sintomi da infezione che non hanno alcun riscontro”.
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