I complottisti amano questo genere di discussioni, e oggi hanno pane per i loro denti. Sì, perchè dopo le indagini che vedono coinvolti nientemeno che i servizi segreti americani, oggi si aggiungono Francia e Inghilterra ad esternare i loro dubbi sui comportamenti della Cina da dove è partita la pandemia di coronavirus. Secondo la Cnn dirigenti dell’intelligence Usa e della sicurezza nazionale avrebbero aperto un fascicolo sull’origine del coronavirus e tra le ipotesi al vaglio starebbero esaminando la possibilità che, più che in un mercato, sia nato in un laboratorio di Wuhan e che si sia diffuso a causa di un incidente. Anche la Fox News ha riportato la notizia, citando fonti bene informate, secondo cui il nuovo coronavirus abbia avuto origine nel laboratorio militare di Wuhan, ma non come arma biologica. Pechino da anni impiega il massimo dei suoi sforzi nel campo della ricerca per dimostrare che le sue abilità siano uguali o addirittura maggiori rispetto a quelle degli Stati Uniti.
Francia e Gran Bretagna: “In Cina successe cose che non sappiamo”.
Sulla gestione del virus in Cina “sono successe cose che non sappiamo”. Lo ha detto il presidente francese, Emmanuel Macron. Si unisce al coro anche il ministro degli Esteri britannico, Dominic Raab, secondo cui la Cina dovrà rispondere ad alcune “domande difficili” su come sia iniziata la pandemia.
Mercoledì il Washington Post aveva affermato che due anni prima che scoppiasse la pandemia diplomatici dell’ambasciata americana a Pechino visitarono diverse volte l’istituto di virologia di Wuhan (Wiv) e rimasero così preoccupati da mandare a Washington due ammonizioni sulle inadeguate condizioni di sicurezza del laboratorio, che conduceva rischiose ricerche sui pipistrelli.
Il governo britannico intende rivolgere “domande difficili alla Cina”quando l’emergenza coronavirus sarà passata su “come tutto questo sia accaduto” e “come non si sia potuto fermarlo prima”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Dominic Raab, supplente del premier Boris Johnson, sollecitato da un giornalista nella conferenza stampa di giornata a Downing Street. Raab ha sottolineato la buona collaborazione sanitaria con Pechino in queste settimane, notando che “bisogna guardare tutti i lati” della questione, ma ha aggiunto che occorrerà “un approfondimento accurato” su tutto a tempo debito, incluso “sull’esplosione dell’epidemia”, e che “non c’è dubbio” che non si potrà tornare semplicemente “al business as usual”. Incalzato a ipotizzare eventuali sanzioni o altre forme di ritorsione, il vicario di Johnson ha tuttavia frenato: “Prima bisognerà capire cosa è successo”, si è limitato a dire.