Il presidente italiano del Parlamento Europeo parla dopo la votazione sugli aiuti economici. “Occorre che ci sia lo sforzo e la volontà comune”, dichiara David Sassoli.
David Sassoli prova a rilanciare l’aspetto della solidarietà e della vicinanza tra i Paesi membri dell’Unione Europea. Il presidente del Parlamento Europeo ha voluto dire la sua dopo la votazione per l’adozione dei mezzi per combattere l’emergenza Coronavirus nel Vecchio Continente. Tra le altre cose, nel corso della votazione sono emerse delle contraddizioni in essere, soprattutto per quanto riguarda l’opzione relativa al Mes e la votazione per l’adozione degli Eurobond. E in entrambi i casi, i partiti italiani come Lega o Forza Italia sembrano aver cambiato idea rispetto alle recenti dichiarazioni.
In ogni caso, David Sassoli ha fatto capire che tutti gli Stati membri devono stare vicino a vicenda, perchè l’emergenza Coronavirus va superata tutti insieme, e non singolarmente. Per questo motivo vanno ascoltate tutte le parole dei capi di governo, che in queste ore si incontreranno nuovamente per stabilire quali devono essere le linee guida da seguire per gli aiuti economici alle nazioni. Per questo motivo, David Sassoli ha invitato tutti ad abbassare i toni e a collaborare per riuscire a giungere alla migliore conclusione possibile per superare la crisi.
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“In questo momento siamo in una fase molto difficile – ha dichiarato David Sassoli – . Abbiamo bisogno di grande solidarietà in Europa e di collaborazione e di lavoro comune fra i governi europei, ecco perché il nostro invito a tutti i governi a fare in modo che vi sia un abbassamento nei loro dibattiti e nelle loro tensioni e che ci sia lo sforzo e la volontà comune, perché oggi è in gioco davvero la vita di tutti”. Dunque il presidente italiano del Parlamento Europeo fa capire che l’unica cosa importante da fare è collaborare per uscire dall’emergenza economica legata al Coronavirus.
Già questa mattina, in un’intervista rilasciata per il Foglio, Sassoli aveva lasciato intendere che nel resto d’Europa non ci sono i toni accesi che trapelano in Italia. “Leggo ogni giorno i quotidiani di tutta Europa e le confesso che in nessun paese trovo traccia di un dibattito come quello che c’è in Italia intorno a una questione incomprensibile. Se invece che Mes lo avessimo chiamato Pippo tutti avrebbero avuto meno difficoltà a capire che quel meccanismo di cui molti parlano senza sapere quasi nulla è un meccanismo che è cambiato e che ha creato una linea di emergenza, pari al due per cento del pil di ciascun paese, di cui si può usufruire in modo immediato”.