Coronavirus, disastro in residenza psichiatrica a Genova: 38 positivi su 40

Coronavirus, in provincia di Genova larga diffusione del virus all’interno della Skipper, una residenza psichiatrica: 3 morti e 38 positivi su 40. 

coronavirus genova skipper residenza psichiatrica
(Foto di Jean Ksiazek, da Getty Images)

Coronavirus, a Mansone (Genova) il virus ha totalmente soggiogato la residenza psichiatrica Skipper. Sono 38 i positivi su un netto di 40 ospiti, 3 i morti. La struttura è accreditata e convenzionata con la Regione Liguria. Subito dopo l’inizio della diffusione interna del contagio, la direzione ha cercato di gestire l’emergenza dirottando i malati verso centri creati appositamente per il Covid-19, tra cui Diano Marina. Ha poi sanificato l’ambiente e cercato di contenere il più possibile il contagio tramite distanziamento, tentando di salvaguardare anche gli operatori sanitari. Dalla struttura commentano la vicenda: “Dopo l’inizio dell’emergenza abbiamo affittato tre appartamenti a Masone per ospitare operatori sanitari ed evitare loro di ritornare a casa”. La struttura spiega poi come abbia cercato, già prima della diffusione del virus, di limitare al massimo un possibile contagio, senza successo. “In questo periodo di pandemia purtroppo anche la struttura psichiatrica Skipper ha subito l’attacco da parte del virus maledetto che ha aggredito ospiti e operatori. Nonostante l’attuazione dei protocolli indicati dalla Asl e da Alisa e l’utilizzo dei dispositivi di protezione, che agli inizi della pandemia erano difficili da reperire“.

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Nonostante la piena consapevolezza di trovarsi in una condizione ad alto rischio, nonostante il tentativo di prevenzione, la Skipper è comunque caduta preda del virus. E a nulla è valso un aumento di misure di prevenzione e di distanziamento sociale alla comparsa dei primi casi positivi.  “Quando si sono manifestati i primi sintomi sono state rinforzate le misure di disinfezione e di pulizia dei locali, sono stati utilizzati i dispositivi di protezione come da protocollo in caso di pazienti Covid-19 positivi. Si è potenziato l’ organico degli operatori con nuove assunzioni e si è provveduto a un monitoraggio a tappeto di tutti gli operatori e pazienti della struttura attraverso i tamponi e i test sierologici per constatare l’ eventuale positività. I casi positivi sono stati subito isolati. In particolare, i casi più gravi (10 ospiti), in condizioni già precarie di salute, sono stati ricoverati in ospedale. Altri, in collaborazione con la Asl3, sono stati trasferiti presso la nuova struttura regionale i Villa Danilow a Diano Marina”.

Luoghi chiusi e altre situazioni a rischio: Rsa e carceri

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(Foto di Joel Sagget, da Getty Images)

L’inarrestabile diffusione del contagio è una problematica che riguarda tutte le “strutture chiuse”, come centri di residenza per anziani e le carceri. Il problema resta uno: trovare delle direttive capaci di prevenire ed eventualmente arginare il contagio. Il governo ha già fornito linee guida che, però, spesso vengono applicate in modo inadeguato. Volenti o nolenti. E allora in Toscana, ad esempio, interviene la giustizia, per individuare le strutture che di proposito hanno ignorato le direttive del governo. L’Ausl Toscana Centro (territori Firenze, Prato, Pistoia) ha già istituito una sua commissione di indagine sulla situazione nelle Rsa e nelle Rsd. La commissione ha inviato al procuratore della Repubblica di Firenze, Giuseppe Creazzo, una segnalazione relativa alla Rsa Villa San Biagio di Dicomano (Firenze). Ha evidenziato un numero consistente di decessi, 15 dall’1 marzo, per un totale di 52 ospiti. L’iniziativa segue “attente analisi ed approfondimenti specifici”.

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I numeri riguardanti tutta la Toscana sono molto chiari: in data 1 febbraio erano presenti in Toscana 3231 ospiti di RSA. In data 6 aprile i decessi sono stati 331, circa il 10% degli ospiti totali registrati. Difficile stabilire il numero di morti dovuto al Covid-19. In base ai tamponi effettuati, di questi il 30,5% dei deceduti era quindi positivo o sintomatico. C’è anche da notare, però, che il 40% dei decessi ha coinciso perfettamente con il picco dell’emergenza sanitaria Covid, tra il 16 e 31 marzo. E in genere, da inizio dell’epidemia sono 15 le strutture per anziani chiuse dai carabinieri del Nas. Le ispezioni e le verifiche hanno coinvolto 601 centri, tra Rsa, centri di riabilitazione e lungodegenza e case di riposo. Ben il 17% di queste strutture presentava irregolarità nella gestione dell’emergenza.

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Situazione di tensione anche nelle carceri, dove i provvedimenti del ministro Bonafede sembrano alleviare il sovraffollamento, ma non risolverlo del tutto. I penalisti proprio 3 giorni fa sono tornati ad attaccare: “Gli irresponsabili profeti del carcere come luogo protetto dalla epidemia, dispensatori di rassicuranti contabilità quotidiane sull’esiguo numero di detenuti contagiati, dovranno rispondere di questo. I 20 detenuti positivi nel carcere di Dozza a Bologna sono la ovvia conseguenza di una cultura populista e giustizialista del carcere che mostra tutta la sua indecenza etica e la sua pericolosità sociale. Anche da Voghera giungono notizie di grande allarme”. E si ribadisce l’esigenza di un intervento tempestivo, prima che nelle carceri scoppi un contagio inarrestabile simile alla Skipper di Genova o altri centri Rsa. I penalisti continuano: “Si intervenga subito, nelle carceri ci sono ancora diecimila detenuti oltre la capienza regolamentare. Il Governo si assuma la responsabilità di decisioni immediate, o si rischia una catastrofe“.

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