Il Mercato auto mondiale e italiano è stato azzerato dal lock down. Matteo Salvini analizza i dati e chiede aiuto al governo.
Questo aprile 2020, lo ricorderemo come il peggior mese nella storia del mercato dell’automotive. Le immatricolazioni sono precipitate del 100% (in marzo era -85,4% ndr). Tradotto in numeri secondo Dataforce, si vendono online cinquanta vetture al giorno. In tempi normali il trend era tra le 4.000 e 5.000 auto vendute al giorno. In particolare, per l’Italia fino al 10 aprile, il mercato ha segnato -99%, in totale 493 unità vendute, cui 271 auto e 222 furgoni.
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Il quadro del settore auto è drammatico, il segretario della Lega Matteo Salvini è intervenuto sull’argomento: “Le immatricolazioni in Italia calate a marzo dell’85%, se il
governo non interviene in fretta con denaro immediato salteranno migliaia di aziende e posti di lavoro. Chiediamo un confronto urgente sul comparto auto, ciò che è stato fatto fino ad oggi non serve a niente”.
Cosa dobbiamo aspettarci?
Le aziende sono a corto di liquidità e l’impatto del Covid-19 è devastante, il mercato auto si sta sgretolando, è composto da una filiera che ha imponenti investimenti e alti costi fissi in strutture e personale. Andrea Cardinali, direttore generale Unrae, sottolinea come l’Italia sia la piazza più colpita e aggiunge, anche due stime per la chiusura del 2020. La prima con poco più di 1 milione di unità vendute (la più pessimistica); la seconda con 1,3 milioni: la più ottimistica, quando nel 2019 le immatricolazioni erano state di oltre 1,9 milioni.
A tal proposito l’Unrae ha già presentato al governo un piano di lavoro per stimolare incentivi, defiscalizzazione, adeguamento fiscale e aiuti a livello industriale. Le proposte sono state condivise con Anfia, Federauto e Fca, con un impegno stimato di 3 miliardi da attuare in un lasso di tempo di 18-24 mesi. Non si può più perdere tempo ed è necessario vagliare tutte le opzioni possibili per non portare a uno shock il mercato. Stessa situazione è per il mercato delle due ruote, Paolo Magri, a capo di Confindustria Ancma (moto, biciclette e accessori), nei giorni scorsi ha scritto al premier Giuseppe Conte. Nella missiva ha specificato che l’Italia è leader nella produzione delle due ruote. Le varie aziende generano ricavi per 5 miliardi e danno lavoro a 60mila persone. Soprattutto questa rete commerciale conta circa 5mila negozi: microimprese, spesso a gestione familiare, prive solidità finanziaria che permetta di superare una lunga inattività.
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