L’epidemiologo dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), Giovanni Rezza, è intervenuto in conferenza stampa e ha spiegato che in Italia il picco non si è ancora raggiunto e che è necessario rafforzare i controlli durante la Fase 2.
L’epidemiologo Giovanni Rezza ha parlato durante la conferenza stampa organizzata dall’Istituto Superiore di Sanità e ha spiegato che il picco rilevato nella curva dell’epidemia di Coronavirus è un “picco artificioso” determinato dalle misure restrittive adottate dal governo e dal lockdown delle attività produttive. Nonostante sia evidente una decrescita del numero di persone contagiate, il virus è ancora attivo e non sta scomparendo. “Spesso si parla di nuovi contagi, ma si tratta in realtà di vecchie notifiche. Adesso è importante considerare comparsa dei sintomi“, ha dichiarato il professor Giovanni Rezza.
In base a queste considerazioni, l’epidemiologo Rezza ha anticipato che la Fase 2 dovrà assolutamente prevedere il distanziamento sociale e ha insistito su quanto sia importante rafforzare il controllo del territorio attraverso l’identificazione rapida dei focolai, l’utilizzo diffuso di test, il monitoraggio delle persone positive, l’individuazione e l’isolamento di coloro che hanno avuto contatti pericolosi e soprattutto attraverso azioni di contenimento e la creazione di eventuali zone rosse, necessarie per contenere un’ulteriore diffusione del virus. Infine, ha concluso Rezza: sulle zone rosse “probabilmente in una fase successiva dovremmo mantenere le misure di distanziamento sociale ma il virus circolerà meno rapidamente“.
Anche il presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, è intervenuto nella conferenza stampa organizzata dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss) e ha parlato dell’andamento epidemiologico dell’epidemia di Coronavirus. Durante il suo interventi Brusaferro ha spiegato che al momento in Italia ci sono 160 mila persone che sono risultate positive ai tamponi e che le persone che presentano sintomi di Covid-19 stanno lentamente diminuendo, quindi la curva sarebbe in fase decrescente in tutto il territorio nazionale. Ma questo dato è in fase di valutazione, ha continuato il presidente Brusaferro, visto che in Italia ci sono zone con diversa circolazione del virus e che l’adozione delle misure restrittive ha limitato tale circolazione in altre zone del Paese. Brusaferro ha sottolineato che all’Iss hanno “cercato di capire quale tipologia di professionisti è stata più colpita: sono i medici ospedalieri, circa il 19 per cento del campione. Il 70 per cento dei medici contagiati, inoltre, prestava assistenza ospedaliera o nel 118“. Poi ha concluso spiegando che riguardo allo stile di vita da mantenere durante la Fase 2 “bisognerà ripensare le nostre abitudini sia nella fase dei trasporti, del lavoro, commerciale e delle attività quotidiane” e che durante la fase di riapertura qualsiasi “azione di allentamento delle misure va fatta con grande cautela. Tutte le misure dovranno considerare la necessità di tenere l’R con 0 sotto l’1“.