Agente 007 – Al servizio segreto di Sua Maestà, sesto film della saga cinematografica di James Bond, è uno dei migliori ma anche quello meno conosciuto. L’agente segreto è interpretato (per la prima e ultima volta) dall’attore George Lazenby.
Agente 007 – Al servizio segreto di Sua Maestà è stato il primo episodio della serie cinematografica dedicata a James Bond senza la partecipazione di Sean Connery. L’agente segreto è interpretato (per la prima e ultima volta) da George Lazenby. Nonostante i buoni incassi, l’attore decise di rinunciare ai successivi episodi e quindi i produttori si adoperarono per far tornare Connery nell’episodio successivo del 1971. Il film è diretto da Peter Hunt, che aveva già lavorato nella serie come montatore e regista della seconda unità.
Nel 1967, dopo cinque film consecutivi della serie, Sean Connery annunciò di non avere più alcuna intenzione di tornare nel ruolo di James Bond. Come ha poi confessato alla regina Elisabetta II alla prima di Si vive solo due volte, l’attore non riusciva più a convivere con il mito di 007. Ad una conferenza stampa Connery, presentatosi senza parrucchino e vestito in modo dimesso, si sentì domandare da un giornalista: “È così che si veste James Bond?”. Rispose: “Io non sono James Bond, sono Sean Connery”. Come unica soluzione, l’attore decise di abbandonare il ruolo per dedicarsi al teatro. I produttore considerarono allora Roger Moore, che però era impegnato nelle riprese della serie tv Il santo. La scelta finale fu quella di George Lazenby, un fotomodello australiano ancora sconosciuto al grande pubblico, dopo che l’attore ebbe un incontro di fortuna con Broccoli (uno dei produttori).
George Lazenby è universalmente considerato il peggior James Bond. In qualsiasi classifica arriva sempre ultimo, ma è l’attore che ha avuto l’ingrato compito di sostituire Sean Connery (all’epoca unico attore ad aver interpretato 007). Al servizio segreto di Sua Maestà gode della regia di Peter R. Hunt, un ex montatore degli stessi film di Bond. Questo si capisce subito, fin dalla comparsa in scena di 007, che avviene con uno stacco di montaggio in perfetto sincrono con l’attacco del tema musicale della serie. Addirittura Lazenby, in un momento del film, rompe la quarta parete e si rivolge direttamente al pubblico.
Il film di Hunt è la cosa più simile ad un film di James Bond diretto da Mario Bava: ha i suoi manierismi, il suo gusto per l’esagerazione, la passione per la moda anni ‘60, il tecnicismo esasperato. Ma ha anche un finale che è rimasto nella storia della serie per la sua unicità. Nei primi cinque minuti viene introdotta la sequenza d’azione che apre il film, ambientata in uno scenario stilizzato ed affascinante: una spiaggia all’alba tutta virata sulle tonalità del blu. Una scena di puro combattimento caratterizzata da una brutalità che Connery non aveva mai nemmeno sfiorato. A renderla particolarmente memorabile sono proprio le audaci scelte di montaggio, che conferiscono alla scena un ritmo sbilenco ed ipnotico (dura solo qualche minuto e sembra durare molto di più, ma in questo caso è una nota di merito).
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