Victoria Cabello gravemente malata: “All’inizio pensavano fossi depressa”

Victoria Cabello sta vivendo un altro periodo di isolamento dopo quello della lotta contro la grave malattia che le aveva cambiato la vita. 

Victoria Cabello e la sua seconda quarantena

La showgirl è una lottatrice e lo sta dimostrando. Come tutti noi, sta rispettando i decreti e la contestuale quarantena. Una situazione che diventa pesante ma che sicuramente ricorderemo per il resto delle nostre vite. Per Victoria Cabello questo sacrificio vale doppio, ma era già stata (purtroppo) abituata al forzato isolamento.In una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera. la showgirl ha ricordato il periodo oscuro che ha vissuto e che le ha dato la forza di andare avanti, di lottare e di continuare a vivere.

La Cabello, nata a Londra 45 anni fa, ha così raccontato: Questa situazione di quarantena l’ho vissuta per un lungo periodo, questa volta però trascorro l’isolamento stando bene, questo è già per me un traguardo. Per chi non lo sapesse la showgirl è stata gravemente colpita anni fa dalla malattia di Lyme.

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“Mi sono documentata immediatamente”

La showgirl ha raccontato senza filtri il periodo che ha vissuto. La battaglia, la paura di non farcela, ma la forza di alzarsi e reagire. Molte similitudini tra questo periodo che tutti stiamo vivendo e quello che ha vissuto anni fa: Questa situazione mi fa tornare con la memoria a un periodo in cui mi sono ammalata gravemente e mi sono dovuta per un lungo periodo chiudere in casa, in primo luogo perché ero proprio impossibilitata, a un certo punto addirittura a camminare. La malattia era stata trasmessa da una zecca, che non arrivava dal mio cane. A livello motorio avevo problemi e anche a livello cognitivo, quel periodo è stato molto complesso. Mi sono dovuta documentare moltissimo su batteri, medicina e nel farlo mi sono anche appassionata.

La lunga intervista lascia un messaggio e un pensiero di riflessione molto interessante:

Il problema vero che ho riscontrato è stata una disinformazione da parte della comunità scientifica. Mi sono ritrovata per un anno a sentirmi dire: sei depressa, torna a lavorare e vedrai che ti passa, non è niente, dai prendi degli antidepressivi… Io, conoscendomi molto bene sapevo di non essere depressa, o che se mai era la conseguenza della malattia, non la causa. 

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