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Politica

Mes: Conte non lo esclude più, ma pretende 200 miliardi dal Recovery Fund

Per Conte, il dibattito sul Mes ha poca importanza rispetto alla vera battaglia che l’Italia dovrà affrontare al Consiglio Europeo.

(Photo by Adam Berry/Getty Images)

Per il premier Giuseppe Conte, le frizioni in corso tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle hanno poco senso. La vera battaglia al Consiglio Europeo, non sarà infatti sulla linea di credito per i prestiti sanitari, ma sul budget che sarà concesso all’Italia attraverso il Recovery Fund. 

Sembra infatti che il Presidente del Consiglio non sia minimamente intenzionato ad uscire dal Consiglio Europeo senza che ci sia un accordo chiaro su quanti soldi il Fondo per la Ripresa metterà a disposizione degli stati membri. Sia per Conte che per il Ministro Gualtieri, al momento è questo l’obiettivo da perseguire in Europa, anche perché si continua a parlare per l’Italia, di una cifra che varia tra i 100 e 200 miliardi. Troppa distanza, e il premier punta ad ottenere il massimo. Per questo, le discussioni intorno all’utilizzo o meno del Mes hanno per lui poca rilevanza. Al di là delle dichiarazioni fatte dal Commissario Ue per gli Affari Economici Gentiloni, che di certo hanno un peso negli equilibri di governo, per il premier questo discorso deve semplicemente essere messo da parte fino a quando il Recovery Fund non sarà definito in maniera chiara e circostanziata. 

(Photo by Stephanie Keith/Getty Images)

Sembra però, che attraverso una conference call tenuta da Dario Franceschini e Alfonso Bonafede, sia stata raggiunta una tregua tra i due partiti della maggioranza, dopo le crescenti tensioni degli ultimi giorni. Anche perché le parole del segretario del PD Zingaretti, seppur espresse, come lui stesso ha precisato, nella veste di Presidente della regione Lazio, erano state troppo forti per essere ignorate. E difatti la risposta di Di Maio non era certo stata diplomatica. 

Una prima apertura sul Fondo Salva Stati è però arrivata da parte del premier

In ogni caso, è stato lo stesso Conte, in un post su Facebook a concedere un’apertura sulla possibilità di utilizzare i 36 miliardi esenti da condizionalità dal Fondo Salva Stati. 

Un’apertura che sembrava davvero difficile prevedere, andando a riascoltare la sua ultima conferenza stampa. Anche se ad essere precisi, il premier quel giorno aveva precisato che nonostante non fosse stata l’Italia a mettere il tema nelle conclusioni dell’Eurogruppo, il suo governo sarebbe stato sempre disposto al dialogo su questo tema.

(Photo by Sean Gallup/Getty Images)

E proprio sul Mes, ha rivolto anche un messaggio al Movimento 5 Stelle: “Il dibattito in Italia è proprio su queste condizionalità. Alcuni sostengono che esiste il rischio che rimangano le tradizionali condizionalità, altri ritengono che, pur se non previste nella prima fase, alcune condizionalità potrebbero essere inserite in un secondo tempo, altri ancora prevedono che si arriverà a cancellare tutte le condizionalità. All’ultima riunione dell’Eurogruppo è stato compiuto un deciso passo avanti perché è richiamata espressamente la sola condizione dell’utilizzo del finanziamento per le spese sanitarie e di prevenzione, dirette e indirette”.

Il premier resta comunque convinto che l’unica vera risposta all’emergenza coronavirus che sta danneggiando sempre di più la nostra economia, sia nel Recovery Fund. 

Conte: sul Mes l’ultima parola spetta al Parlamento

Anche perché è sempre Conte a spiegare “bisognerà attendere prima di valutare se questa nuova linea di credito sarà collegata a meccanismi e procedure diversi da quelli originari. Lo giudicheremo alla fine.” 

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Il Presidente del Consiglio precisa in seguito, sia per tranquillizzare i 5 Stelle che per placare le polemiche dell’opposizione, che la questione sarà comunque dibattuta con calma e serietà dentro le aule parlamentari, e non ci sarà certo una decisione unilaterale sul tema da parte del premier. E proprio come richiedono al momento le opposizioni, sarà il Parlamento ad avere l’ultima parola sulla questione.

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