Torna in tv in questi giorni il film Il Rompiscatole, diretto da Ben Stiller con Jim Carrey e Matthew Broderick nei ruoli principali. Doveva essere un grande successo e invece si rivelò un flop clamoroso. Eppure non è privo di un certo interesse.
Rai Movie trasmetterà nei prossimi giorni il film Il Rompiscatole, secondo film da regista di Ben Stiller con Jim Carrey e Matthew Broderick nei ruoli principali. Il film, uscito ormai 20 anni fa, non fu tecnicamente un flop (sebbene abbia incassato decisamente meno delle precedenti commedie come Carrey) e le recensioni non furono così negative come si pensa. Eppure, Il Rompiscatole è oggi considerato uno degli esempi più emblematici di insuccessi cinematografici, metro di paragone negativo per quelle commedie che si schiantano contro le loro ambizioni.
Il Rompiscatole | il flop di Jim Carrey
Con un budget di 47 milioni di dollari, il film di Ben Stiller del 1996 ne ha incassati almeno il doppio. Numeri certamente risicati, di molto inferiori a quelli a cui Jim Carrey era abituato in quegli anni, reduce dal successo di Ace Ventura, Batman Forever, The Mask e Scemo & più Scemo, ma di certo non abbastanza negativi da poter considerare il film effettivamente un flop. Eppure oggi Il Rompiscatole viene ricordato principalmente per questo, come uno dei peggiori passi falsi della carriera di Jim Carrey. Le alte aspettative del pubblico sicuramente hanno giocato un ruolo importante. Jim Carrey incassò 20 milioni di dollari per apparire nel film. Nessun altro attore prima di lui era mai stato pagato tanto per un singolo ruolo. Considerata la cifra scritta su quell’assegno, ci si aspettava un enorme successo al box-office. E così non fu.
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Un protagonista problematico
Ma c’è una spiegazione più semplice e non necessariamente economica per spiegare la cattiva reputazione del film e la puzza persistente di fallimento che lo accompagna ancora oggi: il pubblico lo detestò. Prodotto da un giovane Judd Apatow, Il Rompiscatole utilizzò Jim Carrey in ruolo decisamente più controverso e meno buffo dei precedenti che aveva interpretato. Il suo personaggio era persino più inquietante e psicotico di quanto non lo fosse il suo Enigmista nel film di Joel Schumacher. Questo non era ciò che gli spettatori desideravano vedere in un film con Jim Carrey.
Una scelta coraggiosa
Al culmine della sua popolarità, Carrey ha rischiato tantissimo con una commedia oscura che parlava di stalking, malattia mentale e alienazione. E secondo Apatow, il comico ha avuto un ruolo molto attivo nella sovversione dello stereotipo che fino a quel momento incarnato, spingendo il suo personaggio verso direzioni direzioni diverse e rendendolo sempre meno ridicolo. Per questo motivo fu il primo film che diede a Carrey la possibilità di dimostrare di essere molto di più della sua mimica facciale. Ma è interessante sottolineare che l’attore, all’apice del suo successo, decide anche di interpretare quello che non è neanche tecnicamente il protagonista del film (invece Matthew Broderick). Carrey, utilizzando la sua esperienza da comico, interpreta il tecnico tv come un disadattato con scarsa consapevolezza di sé e senza alcuna idea dei confini da non superare.