La pandemia di coronavirus continua a mietere vittime e a macinare contagi nel Regno Unito; per tale ragione è stato disposto un lockdown di altre 3 settimane in tutte le nazioni.
Mentre dall’altra parte del mondo si accendono e infervoriscono le proteste contro le misure anti contagio da coronavirus, giunge la notizia di un lockdown prolungato per il Regno Unito. L’annuncio, alla cui base ci sarebbe la raccomandazione di un comitato di
consulenti scientifici (Sage), è stato fatto dal ministro Dominic Raab, supplente del convalescente Boris Johnson alla guida del governo Tory.
Secondo quanto riportato dai media locali, le restrizioni al blocco nel Regno Unito continueranno per “almeno” altre tre settimane, ha affermato il segretario degli Esteri Dominic Raab. Al briefing quotidiano tenutosi presso il n.10, Raab ha affermato che, a seguito di una consultazione con il comitato di esperti Sage, il rilassamento delle misure preventive rischierebbe di danneggiare la salute pubblica e l’economia del Paese. “Non abbiamo ancora il raggiunto il picco e i numeri necessari“, avrebbe infatti detto il segretario.
Una notizia, questa, che arriva proprio mentre il Regno Unito registra altri 861 decessi di coronavirus in ospedale, portando il totale a 13.729. Il 23 marzo scorso sono stati introdotte le misure restrittive, similmente a quanto già applicato in Italia – come la richistesta di rimanere in casa, chiudere molte attività commerciali ed evitare gli assembramenti – mentre il governo cercava di limitare quanto possibile la diffusione del coronavirus.
Raab, in sostituzione del primo ministro Boris Johnson, ha per questo dichiarato: “Qualsiasi modifica delle nostre misure di allontanamento sociale ora rischierebbe un aumento significativo della diffusione del virus. Ciò rischierebbe di provocare un secondo picco del virus, e aumenterebbe sensibilmente il numero di decessi. Annullerebbe inoltre i progressi che abbiamo compiuto finora e, di conseguenza, ci obbligherebbe a un periodo ancora più lungo delle misure più restrittive e di distanza sociale”. Raab ha tuttavia confermato che le misure fin qui portate avanti stanno funzionando, anche se ci sono alcuni possibili e pericolosi focolai che rischierebbero di diffondere il virus negli ospedali e nelle case di cura.
L’annuncio nel Regno Unito arriva dopo una riunione del comitato di emergenza, che coinvolge i primi ministri dell’Irlanda del Nord, del Galles e della Scozia. In Scozia, altre 80 persone sono morte negli ospedali, e il primo ministro Nicola Sturgeon ha affermato che il blocco va prolungato poiché “non siamo abbastanza sicuri che il virus sia stato sufficientemente represso”.
Il Galles, dal canto suo, ha registrato altri 32 morti nella giornata di oggi, con il primo ministro Mark Drakeford che ha dichiarato che “è ancora troppo presto per cambiare rotta”. È stata però l’Irlanda del Nord a registrare il suo bilancio giornaliero più alto, con ulteriori 18 morti negli ospedali, mentre l’Inghilterra ne ha contati solo oggi 740.
Dati i numeri, allora, è chiaramente impensabile di tornare alla vita normale. Lo stesso segretario della Salute, Jonathan Ashworth, in occasione del programma BBC Breakfast aveva già preannunciato la decisione poi comunicata da Raab, affermando che non è ancora possibile tornare alla normalità. Pur avendo comunque chiesto al governo, però, chiarezza sul “cosa accadrà dopo“, e su quello che sarà il passaggio alla “strategia di test e tracciabilità dei contatti umani” della prossima fase.
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