Il ministro Patuanelli si è espresso in merito alla presunta applicazione del Mes in Italia per ammortizzare le conseguenze economiche seguite al coronavirus; ma la risposta si conferma in linea con il “no” secco di Conte.
Il ministro dello Sviluppo economico, il pentastellato Stefano Patuanelli, è stato di recente intervistato dai giornalisti di Rai3 per Agorà, programma televisivo di approfondimento politico. Durante l’intervista, allora, avrebbe dunque ribadito la linea del Movimento 5 Stelle su quello che è il nodo cruciale inerente al fondo salva-Stati, chiedendo al contempo di evitare quanto possibile “un dibattito surreale”; poiché prima di giungere a conclusioni affrettate è necessario che vengano rese note le conclusioni delle trattative dell’Eurogruppo.
“Il no al Mes è definitivo, l’Italia non dovrà mai attivarlo“. Così il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha parlato ai giornalisti di Agorà, sottolineando che “al momento il Mes è quello che conosciamo e impone delle condizionalità pericolose. Aspettiamo cosa uscirà dal Consiglio Europeo. Se lì si decide di rompere il Mes come un salvadanaio, prendere i soldi e usarli, allora vuol dire che abbiamo rotto il Mes. Questo è un ragionamento diverso”.
Dichiarazioni, queste, pervenute dopo nemmeno un giorno dalla richiesta di tempo avanzata dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. E che sono poi proseguite: “Non ha senso discuterne ora. Solo alla fine della trattativa Ue potremo valutare se questa nuova linea di credito pone condizioni, quali condizioni pone, e solo allora potremo discutere se quel regolamento è conforme al nostro interesse nazionale. E questa discussione dovrà avvenire in modo pubblico e trasparente, dinanzi al Parlamento, al quale spetterà l’ultima parola. Prima di allora potremo disquisire per giorni e settimane, ma inutilmente”.
Piuttosto, secondo Patuanelli, sarebbe bene concentrarsi per sviluppare strategie atte alla salvaguardia di imprese e lavoratori italiani. “Ora è il momento di pensare a misure e risorse per un indennizzo a fondo perduto per le PMI”, spiega infatti il ministro.
Delle misure che dovranno essere ponderate, afferma il ministro,”a seconda di come la crisi da coronavirus ha colpito. Stiamo pensando di applicare il modello adottato sia in Francia che in Germania”. E i lavori proseguono anche per poter “trovare il giusto mix tra i settori più colpiti ma anche con una distribuzione più orizzontale delle risorse, per intercettare tutte le attività in difficoltà anche se non direttamente colpite”.
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