Coronavirus, Italia-Spagna: Madrid in testa

L’economia a messo confronto Italia e Spagna, due fra i paesi più colpiti dal coronavirus e Roma sta avendo la peggio sulla cugina iberica.

Coronavirus, Italia-Spagna: Madrid in testa – meteoweek

Il mercato ha parlato e non è stato generoso nel confronto tra Spagna e Italia: il rendimento dei titoli di Stato italiani è tornato a salire di più di sessanta punti negli ultimi venti giorni, sulle scadenze a dieci anni. Da una soglia minima dell’1,22%, raggiunta il 26 marzo quando la Banca centrale europea sfoderò il suo piano da 75o miliardi contro la pandemia, all’1,88% di ieri. E un peggioramento più che doppio rispetto a quello della Spagna dove i titoli di Stato a dieci anni rendono meno della metà rispetto a quelli di Roma. L’aspetto interessante è che entrambi i Paesi sono stati colpiti con violenza dal Coronavirus. Sono 1.920.985 i casi confermati di Coronavirus nel mondo e sono 119.686 i morti. Gli Stati Uniti sono il primo Paese per numero di contagi e vittime con 582.580 casi e 23.622 morti. I dati italiani confermati ieri parlano di 20.465 morti. La Spagna è il secondo Paese per contagi dopo gli Usa: 172.541 e 18.056 morti casi stando al bilancio fornito ieri dal ministero della Sanità di Madrid. Eppure la differenza tra Madrid e Roma potrebbe essere, secondo il Corriere, nella politica. “Entrambi i governi sono coalizioni complesse e fragili, ma solo in Italia è partito un dibattito sul fondo salvataggi Mes che  ha un solo effetto: ricordare che la politica italiana può sempre finire ostaggio dei sovranisti e della loro rappresentazione della realtà. In Spagna invece è possibile che il governo attivi il nuovo strumento del Mes disegnato per le spese legate a Covid-19, senza però tirare fuori un solo euro. L’intento è di assicurarsi un po’ di più sul mercato a costo zero. Per l’Italia, la stessa scelta dipende da cosa accadrà fra sette giorni.”

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Il futuro dipende dalle decisioni prese in Europa – meteoweek

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Non è un mistero che grossa parte del futuro di entrambi i Paesi si giocherà in Europa dove sono attese decisioni importanti sui fondi da stanziare per gli Stati in difficoltà, ma è a ben guardare il problema è molto più grave di così. Oltre alle centinaia di migliaia di morti, la pandemia provocherà perdite economiche colossali e globali: 9000 miliardi di dollari per il 2020. Più delle economie di Germania e Giappone messe insieme. Il Pil mondiale calerà del 3%. Il futuro sembra tutt’altro che roseo in Europa e nel mondo. Secondo i dati riportati dall’Ispi: “L’Occidente pagherà un prezzo più alto degli altri. L’Eurozona perderà il 7,5%, l’Italia presenterà il risultato peggiore della media Ue (se si esclude la Grecia che precipita del 10%): -9,1%. Ma non ne usciranno indenni neanche la Germania, che secondo il Fondo perderà il 7%, la Francia il 7,2%, la Spagna 8%, mentre gli Usa lasceranno sul terreno il 5,9% del Pil. Oltre i confini europei, sono solo tre i paesi per i quali l’Fmi prevede uno shock peggiore dell’Italia: il Libano (-12%), il Venezuela (-15%, che però segue il -35% del 2019) e Macao (-29,6%). Cina e India si salveranno dal segno meno, ma la loro crescita frenerà ben prima del previsto.” E allora che senso hanno oggi i confronti?

 

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