Gite in famiglia in montagna o al mare, spostamenti solo all’interno della regione: per l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco forse l’estate sarà meno dura del previsto. No alla ripresa dei campionati di calcio.
Una ricetta che forse ci permetterà di goderci qualche giorno di vacanza, questa estate. La offre l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, presidente della fondazione del Patto Trasversale per la Scienza. Nel corso di una intervista radiofonica ha dato questa possibilità agli italiani. Ma a patto di rispettare alcune regole: “Sono figlio del ‘Baby Boom’ e ricordo che quando andavo al mare lo spazio c’era, perché era solo turismo locale e non ci si spostava” ha spiegato il medico. “In questa situazione, probabilmente gli stranieri non arriveranno e lo spostamento da regione a regione in Italia sarà molto limitato. Se pensiamo ad un turismo prettamente locale, quindi, credo che le spiagge saranno gestibili”. È questa la ricetta da seguire per un’estate sicura e per permettere al settore turistico di riaprire, almeno parzialmente.
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Ma per l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, che è anche consulente della Regione Puglia per la gestione dell’epidemia da Covid-19, ci sono comunque delle indicazioni da seguire: “L’importante è mantenere distanze ed evitare assembramenti, fare più attenzione nei luoghi di incontro, come nei bar, immaginando magari ingressi scaglionati“. La speranza è “che questa estate la situazione epidemiologica si sia tranquillizzata” – aggiunge l’epidemiologo. “In genere l’estate in sé rallenta la corsa dei virus, perché si vive all’aperto. Probabilmente in quel momento lo stare a casa non sarà così tanto stringente e consigliato – aggiunge- proprio perché se un nucleo familiare si trova all’aperto, distante da altri nuclei familiari, potrà vivere una giornata in campagna, nei boschi, in montagna o anche al mare”.
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Invece sulla possibilità di far ripartire il campionato di calcio, Lopalco si mostra piuttosto scettico: “Gli stadi non si possono riempire, i grossi assembramenti saranno gli ultimi a ripartire. Per fare una partita di calcio a stadio chiuso bisognerà garantire la salute dei giocatori e di tutto lo staff che ruota intorno a calciatori. La vedo difficile – ammette l’epidemiologo- il calcio è un gioco che prevede contatto fisico e all’inizio dell’epidemia tanti calciatori sono risultati positivi”. Una brutta notizia per i tanti italiani appassionati di calcio, che nello svolgimento delle partite vedevano anche un modo per ritornare ad una parvenza di normalità ed alla possibilità di distrarsi dalle preoccupazioni di una realtà ancora molto difficile.
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