Casa di riposo lager a Palermo, violenze inaudite da parte del personale su anziani. Arrestate 6 donne, tra cui l’amministratrice
Un vero e proprio lager quello in cui erano costretti a vivere gli anziani ospiti della struttura “Aurora” di Palermo, sequestrata dalla Guardia di Finanza. Dopo due mesi di indagini tramite telecamere nascoste piazzate nella casa di riposo, sono venute fuori violenze inaudite, orrori indicibili compiuti dal personale ai danni dei malcapitati anziani. “Se ti muovi di qui ti rompo una gamba, così la finisci” o “devi stare zitta, muta“, “devi morire, buttare veleno” sono solo spaccati di frasi agghiaccianti rivolte agli ospiti dell’Rsa lager.
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Gli investigatori stanno indagando sulla morte di un’anziana avvenuta nel centro il 15 marzo scorso. Un’altra ospite della struttura avrebbe tentato di uccidersi gettandosi dal balcone per evitare le vessazioni imposte dai suoi aguzzini. Gli anziani erano sottoposti a vere e proprie violenze fisiche e psicologiche, tra spintoni, calci, schiaffi, insulti. A volte venivano colpiti anche con scope o legati alle sedie per non farli muovere.
Spesso venivano umiliati con mortificazioni come quella rivolta a un’anziana: “Sei una schifosa, devi dirlo che fai schifo!”. Insulti e violenze ripetute che portavano la malcapitata a dire:”Basta faccio schifo” nonché prendersi a schiaffi da sola pur di interrompere quella ignobile vessazione. Ora gli anziani verranno sottoposti a controlli medici dato che nel centro non sono mai state prese misure per contenere il Coronavirus.
Casa di riposo lager, arrestate 6 donne
Sono finite in manette sei donne, M.C. Catalano, 57 anni, amministratrice della struttura, V. Bruno, collaboratrice dell’amministratrice, nonché le dipendenti A. Monti di 53 anni, V. La Barbera di 28, R. Florio di 42 anni e A. Di Liberto, 55 anni. Quest’ultima ha ricevuto anche una denuncia per truffa perché percepisce reddito di cittadinanza con false dichiarazioni. Il gip ha inoltre disposto sequestro preventivo della società che gestisce la casa di riposo, con l’accusa di bancarotta fraudolenta, riciclaggio e autoriciclaggio. Avevano infatti un giro di fallimenti pilotati che li vedeva in passivo di una cifra che si aggira intorno a 1 milione di euro.
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Orribili, infine, le parole dell’amministratrice della struttura quando fu soccorsa inizialmente una donna che poi è morta:”Ti dico che io in altri periodi avrei aspettato che morisse perché già boccheggiava…ripeto, fosse stato un altro periodo non avrei fatto nulla, l’avrei messa a letto e avrei atteso, perché era morta“.
Da qui l’urgenza da parte della Guardia di Finanza di interrompere “un orrore quotidiano” come essi stessi lo hanno definito nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, a causa dell'”indole criminale e spietata degli indagati dovuta all’immoralità della condotta“.