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Coronavirus, l’app per localizzare i contagiati al via in Toscana
La Toscana è la prima regione a utilizzare l’app dedicata al Coronavirus che serve per localizzare i contagiati ma manca ancora il via libera del garante.
L’app per geolocalizzare i positivi al Coronavirus si chiama #acasainsalute ed è stata sviluppata dal dipartimento di Sanità toscano. Infatti la prima regione a metterla a punto è stata la Toscana, ma per adesso l’app è attiva solo al 50%, perché per attivare il sistema di tracciamento delle persone e dei relativi contatti è necessario il nullaosta da parte del Garante per la privacy. Nella prima fase del suo utilizzo l’app servirà a monitorare medici, infermieri, operatori sanitari, personale attivo nelle Rsa e altri lavoratori individuati dalla Regione, sui quali è stato effettuato uno screening con i test sierologici. La Toscana, quindi, ha anticipato addirittura il governo nello sviluppo dell’app, che permetterà di mappare le persone contagiate dal Covid-19 e i soggetti con cui verranno in contatto, ma sarà utile anche al servizio sanitario per essere al corrente su chi ha effettuato il test sierologico e per monitorare i sintomi, anche di coloro che sono risultati negativi al tampone.
La Toscana ha dichiarato che l’app è pronta per eseguire la tracciabilità dei soggetti ma “il contact tracing potrà essere attivato in un secondo momento. Con l’ok del Garante l’app potrebbe servire appunto a tracciare eventuali contatti, ma bisognerà rilasciare una seconda versione, con un sistema basato sulla tecnologia bluetooth“, quindi una versione aggiornata del dispositivo già in uso, simile a quello utilizzato in Corea del Sud, che è risultato cruciale per il blocco dell’epidemia. Rispetto al modello coreano, però, il governatore della Toscana, Enrico Rossi, ha dichiarato che l’app resterà solo un database, utile per raccogliere dati sullo screening di massa eseguito su tutte le categorie più a rischio. Per adesso l’app è scaricabile in formato Android ma da venerdì potrebbe essere attiva anche su tutti i sistemi operativi iOS della Apple.
L’app sarà scaricabile su base volontaria da tutto il personale cui è stata inviata una mail con istruzioni su attivazione e funzionamento. Per cominciare si deve fotografare la tessera sanitaria, inserire i propri dati, registrare il numero di cellulare e i dati dei test sierologici e sul tampone, nel caso in cui sia stato effettuato. L’app può, poi, essere aggiornata inserendo i sintomi nel caso in cui dovessero manifestarsi. Per quanto riguarda la geolocalizzazione, è necessario dare l’ok per rilevare la posizione e per attivare la fotocamera. Inoltre nell’app sono fornite indicazioni su come effettuare da soli il test sierologico, su come registrare i risultati e su come inserire i dati epidemiologici, cioè se si è entrati in contatto con persone contagiate e se in famiglia si hanno casi di persone asintomatiche. La funzione dell’app è individuare i positivi prima che contagino altre persone, in modo da poterli isolare prima possibile. Ad esempio, se una persona negativa al test sviluppa dei sintomi è facilmente deducibile che è entrata in contatto con un contagiato ed è possibile prevedere in tal caso un’analisi con il tampone.
In fase di attivazione sarà necessario inserire un codice univoco che renderà anonimi i dati che verranno memorizzati e che serviranno per creare il database dello screening di massa, iniziato in questi giorni e che mira a compiere il test a circa 400mila persone. L’app servirà anche per poter emettere il “patentino” di immunità che sarà necessario ai lavoratori per poter rientrare a lavoro e far ripartire le attività produttive. Al momento, hanno spiegato dalla Regione Toscana, l’app si limita a registrare il luogo in cui è stato effettuato il test ma con l’ok del Garante della privacy sarà possibile attivare la geolocalizzazione. Da quel momento in poi si potranno ricevere messaggi che avvertono della prossimità di una possibile fonte di contagio. Il dirigente e informatico del dipartimento di sanità della Toscana che ha partecipato allo sviluppo dell’app, Andrea Belardinelli ha spiegato che “al momento il sistema geolocalizza solo il luogo in cui è stato registrato il test sierologico. Tanto che su un singolo telefono la app permette di registrare schede anagrafiche di più persone. Ad esempio con un solo telefono si possono registrare schede di più persone in una caserma e in una azienda. Questo permette al sistema sanitario in tempo reale di sapere se in un luogo di lavoro ad esempio c’è il rischio che si stia formando un cluster epidemico“.