Le parole di Papa Francesco, pronunciate nell’udienza trasmessa in streaming dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico: “La storia è un’infinita serie di trattati di pace smentiti dalle guerre”.
Papa Francesco torna a parlare di guerra, durante l’udienza streaming dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico. E afferma: “La storia è un’infinita serie di trattati di pace smentiti da guerre successive, o dalla metamorfosi di quelle stesse guerre in altri modi o in altri luoghi”. Anche ora, anche nel nostro mondo, la guerra va a avanti con guerre a intermittenza, o frammentate in diversi luoghi e modalità. Infatti il Papa aggiunge: “Anche nel nostro tempo, una guerra ‘a pezzi’ viene combattuta su più scenari e in diverse modalità. Dobbiamo perlomeno sospettare che nel quadro di una globalizzazione fatta soprattutto di interessi economici, la ‘pace’ di alcuni corrisponda alla ‘guerra’ di altri. E questa, non è questa la pace di Cristo!”.
Le forti affermazioni del Papa si inseriscono in un discorso più generico sul concetto di pace. “Dobbiamo orientarci fra due idee di pace. La prima è quella biblica, dove compare la bellissima parola shalòm, che esprime abbondanza, floridezza, benessere. Quando in ebraico si augura shalòm, si augura una vita bella, piena, prospera, ma anche secondo la verità e la giustizia, che avranno compimento nel Messia, principe della pace”. Ma c’è un altro senso da attribuire alla parola pace. “L’altro senso, più diffuso, è quello per cui la parola pace viene intesa come una sorta di tranquillità interiore – sono tranquillo, sono in pace. Questa è un’idea moderna, psicologica e più soggettiva. Si pensa comunemente che la pace sia quiete, armonia, equilibrio interno”. Ma questa sorta di tranquillità interiore a detta del Papa non va assolutizzata, non deve diventare una chimera, perché spesso è proprio nella crisi che si rinasce.
“Questa accezione della parola pace è incompleta e non può essere assolutizzata, perché nella vita l’inquietudine può essere un importante momento di crescita. Tante volte è il Signore stesso che semina in noi l’inquietudine per andare incontro a lui, per trovarlo. In questo senso è un importante momento di crescita. Mentre può capitare che la tranquillità interiore corrisponda ad una coscienza addomesticata e non ad una vera redenzione spirituale”. “Tante volte il Signore deve essere ‘segno di contraddizione’, scuotendo le nostre false sicurezze, per portarci alla salvezza”, ha osservato Francesco: “In quel momento ci sembra di non trovare pace, ma è il Signore stesso che ci mette su questa strada per trovare la pace che lui dà”.
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