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Cronaca

Muore due mesi dopo il trapianto di cuore e dona gli organi

Un uomo di 50 anni di Pavia ha perso la vita per una emorragia cerebrale. Nel suo testamento biologico c’era scritta la sua intenzione di donare gli organi dopo la morte.

Un evento tragico può comunque aprire il cuore e portare a effettuare una bellissima opera di bene. Questo è quanto è accaduto in queste ore a un uomo di 50 anni di Pavia. L’uomo è morto a causa di una improvvisa emorragia cerebrale. Due mesi prima, la vittima di questa tragedia si era sottoposta a un trapianto di cuore, che in un primo momento gli aveva salvato la vita. Dopo essere uscito dalla stanza che gli era stata assegnata all’ospedale San Matteo di Pavia, sei anni dopo una lunga attesa, l’uomo era pronto per tornare a casa. Tuttavia, la complicazione che lo ha coinvolto ha fatto sì che la morte arrivasse in maniera tragica.

Così è intervenuta la sua famiglia, che ha deciso di impugnare il testamento biologico redatto dal proprio parente deceduto. E qui era scritta la sua intenzione, messa nero su bianco nel mese di maggio del 2019, di donare i propri organi nel caso in cui fosse deceduto. Una volontà che è stata rispettata dalla famiglia del 50enne di Pavia, dal cui corpo sono stati asportati i reni e il fegato. Questi hanno trovato subito persone che ne avessero bisogno, così la donazione è avvenuta nel migliore dei modi e ha reso più agevoli delle vite.

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Le operazioni sono state coordinate da Andrea Bottazzi, il coordinatore del Centro Donazioni e Trapianti del Policlinico di Pavia. Così sono state avviate tutte le procedure necessarie per effettuare la donazione degli organi a cuore fermo. Ma prima, il medico è stato costretto ad attendere l’esito del tampone per verificare l’eventuale positività del 50enne al Coronavirus. Per fortuna, l’uomo è risultato negativo, pertanto è stato possibile procedere con l’asportazione degli organi che sono stati poi messi a disposizione di coloro i quali li hanno richiesti.

Sono stati avviati in un primo momento i protocolli per identificare il paziente come possibile donatore. A farlo sono stati i dirigenti del Centro Nazionale Trapianti e Donazioni, che si è così coordinato con l’ospedale di Pavia. All’uomo deceduto per l’emorragia cerebrale sono stati dunque prelevati il fegato e i reni. Il primo è stato affidato a un uomo di 63 anni che era ricoverato all’ospedale Niguarda di Milano. I reni sono invece andati a due uomini, rispettivamente di 61 e 65 anni, ricoverati entrambi all’ospedale San Raffaele del capoluogo meneghino.

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