Il Mes continua a tenere banco nell’agenda politica del governo, con il Pd che con il passare dei giorni sembra sempre meno convinto di dire di no a questo strumento.
Dopo la conclusione dell’Eurogruppo, il Mes continua ad essere al centro del dibattito politico dentro l’alleanza di governo. Il Partito Democratico fino ad adesso, aveva avallato la linea del premier Giuseppe Conte e dei 5Stelle di non utilizzare per nessun motivo il Fondo Salva Stati. D’altro, il Presidente del Consiglio era stato molto chiaro sul fatto che riteneva il Mes uno strumento non adatto a fronteggiare l’emergenza, e che il suo governo non l’avrebbe utilizzato. Poi sono però arrivate le parole di Nicola Zingaretti, seppur espresse nella veste di Presidente della Regione Lazio. Il segretario del Partito Democratico ha infatti dichiarato che: “se esisterà la possibilità, senza condizionalità e rispettando la sovranità italiana, di avere dei miliardi a sostegno della sanità, credo che dovremo prendere queste risorse”.”
Alle dichiarazioni di Zingaretti si è subito accodato Graziano Delrio, capogruppo Pd alla Camera, che ha spiegato che secondo lui, in una situazione così difficile per il nostro paese, andrebbero utilizzati tutti gli strumenti che si hanno a disposizione. Parole che naturalmente hanno immediatamente scatenato la reazione di Luigi di Maio che ha ribadito, seguito poi dalle dichiarazioni della viceministra dell’Economia Laura Castelli, che il governo non intende in alcun modo servirsi del Fondo Salva Stati.
Mes: la posizione del Ministro Gualtieri
Fin qui, il Ministro Gualtieri si è tenuto fuori da questo scontro, anche perché Conte, nella sua ultima conferenza stampa, ha ribadito che, a differenza di come scrivevano alcuni retroscenisti, tra lui e il Ministro dell’Economia vi è una totale sinergia sull’argomento. Non fosse che secondo Italia Viva è stato proprio Gualtieri durante l’Eurogruppo ad aver aperto alla possibilità di utilizzare il Meccanismo do Stabilità Europea, seppur nell’ormai famosa formula del “senza condizionalità”.
Le opposizioni intanto continua a battersi affinché il governo continui a dire di no a questo strumento. Aderirvi, a qualunque condizione, sarebbe ad esempio per Silvio Berlusconi, capo politico di Fratelli d’Italia “un grave errore”. La Lega dal canto suo, continua a minacciare di chiedere la sfiducia al governo nel caso in cui Conte decidesse di utilizzarlo, ed è già pronto a presentare una risoluzione parlamentare sul tema.
Ma la vera pressione sull’utilizzo del fondo Salva Stati, continua comunque ad arrivare dal Partito Democratico e dalle dichiarazioni di molti suoi esponenti di rilievo. Paolo Gentiloni ha infatti dichiarato che il Mes consente di ottenere “una linea di credito vantaggiosa», e «ogni singolo Paese, inclusa l’Italia, può decidere se utilizzarla o no”. Giorni fa’ vi era stato invece l’intervento molto deciso sul tema di Romano Prodi, che aveva affermato che nel momento in cui sono “sono state tolte le vecchie condizioni, non possiamo dire di no al Mes”. Anche perché secondo Prodi si tratta di “un prestito a bassissimo tasso d’interesse e a lunghissimo periodo” che permetterebbe di incidere in maniera rilevante sulla ripresa economica nel nostro paese.
L’appello di Confindustria
Poi è arrivato infine anche l’appello di Confindustria, che invita l’esecutivo a ripensarci e ad utilizzare questo strumento per dare sostegno alle imprese. In una nota ufficiale ha infatti dichiarato che: “in un momento così delicato per la vita nazionale è di vitale importanza riuscire a utilizzare tutti gli strumenti disponibili per assicurare al paese le risorse necessarie a superare l’emergenza sanitaria e avviare l’indispensabile fase della ripresa economica”.
In conclusione, è impossibile non notare che la maggioranza di governo con il passare dei giorni è sempre più divisa sul tema. Anche se resta difficile credere che il premier e i 5 Stelle, dopo oltre un mese passati a definire il Mes come uno strumento del passato, assolutamente inadeguato ad affrontare questa emergenza, possano cambiare idea sul tema in tempi così brevi. Anche perché il Consiglio Europeo si terrà tra una settimana.
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Ma è anche vero, che è nel DNA della politica italiana sorprenderci con scelte che pensavamo impossibili soltanto fino a qualche giorno prima.