Durante la messa del mattino a Casa Santa Marta il Papa ha parlato ai fedeli con un’omelia che parlava del coronavirus e della conversione.
Papa Francesco ha lanciato un nuovo messaggio di pace durante la messa a Santa Marta e senza dimenticare di parlare della drammatica emergenza sanitaria che stiamo vivendo. “Oggi preghiamo perché il Signore ci dia la grazia dell’unità tra di noi e la difficoltà di questo tempo ci faccia scoprire la comunione tra noi, che è sempre superiore ad ogni divisione”. “Davanti al crollo di tante illusioni bisogna guardare oltre le proprie sicurezze e mantenere la fedeltà, anche se non è facile”. Papa Francesco ha parlato di Roboamo, re dell’Antico Testamento, che quando “fu ben stabilito e fortificato nel regno, egli, e tutto Israele con lui, abbandonò la legge del Signore”. Il Pontefice chiede di ricordare che la sicurezza basata su di sé porta lontano dai valori autentici. Soprattutto in tempi di crisi. Poi aggiunge: “Convertitevi, cambiate vita, voi che vi siete allontanati dalla legge di Dio, dalle cose vostre, convertitevi. Convertirsi significa tornare a essere fedeli, l’atteggiamento umano che non è tanto comune nella vita della gente. Ci sono sempre delle illusioni che attirano l’attenzione e tante volte noi vogliamo andare dietro queste illusioni nei tempi buoni e meno buoni. La sicurezza mia non è quella che mi da il Signore è un idolo come accadde al popolo di Israele. Tutta la storia di Israele e della Chiesa è piena di infedeltà, di egoismi e di propria sicurezza, fanno si che il popolo di Dio si allontani dal Signore e perda la grazia delle fedeltà”.
Un punto in comune hanno tutti i discorsi formulati dal Pontefice: la solidarietà. Qualche giorno fa aveva detto che la pandemia “non deve far dimenticare” le “tante altre emergenze che portano con sé i patimenti di molte persone”. “Il Signore della vita si mostri vicino alle popolazioni in Asia e in Africa che stanno attraversando gravi crisi umanitarie” ha proseguito il papa, citando poi la Regione di Cabo Delgado, nel nord del Mozambico, e “i tanti migranti e rifugiati, molti dei quali sono bambini, che vivono in condizioni insopportabili, specialmente in Libia e al confine tra Grecia e Turchia. E non voglio dimenticare l’isola di Lesbo”. “Quanti hanno responsabilità politiche ad adoperarsi attivamente in favore del bene comune dei cittadini, fornendo i mezzi e gli strumenti necessari per favorire, per consentire a tutti di condurre una vita dignitosa e, quando le circostanze lo permetteranno, la ripresa delle consuete attività quotidiane”.
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