La notte del 31 agosto 1997 rimarrà a lungo una data indimenticabile: fu la notte in cui Lady Diana morì, sotto il ponte de l’Alma, a Parigi.
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Su quell’incidente fatale, che costò la vita non solo alla principessa del Galles ma anche al suo accompagnatore, Dodi Al Fayed, e all’autista Henri Paul, non si è mai fatta pienamente luce. L’autista era ubriaco e per questo perse il controllo della Mercedes nera schiantandosi contro un pilone? Oppure fu accecato dal flash di un fotografo?
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Diana era viva quando venne soccorsa?
Naturalmente tralasciamo la fanfiction sulle eventuali responsabilità della Corona, chiedendoci piuttosto se Lady Diana fosse cosciente o meno quando arrivarono i soccorsi, se fosse viva, se riuscì a dire qualcosa ai suoi soccorritori.
Anche su questo dettaglio per lungo tempo non ci sono state dichiarazioni che potessero aiutarci a capire i fatti di quella notte, ma recentemente un testimone si è fatto avanti: è l’uomo che ha raccolto le ultime parole della madre di William e Harry.
Le ultime parole di Lady Di
Parliamo del sergente dei Vigili del Fuoco Xavier Gourmelon che racconta a The Sun gli istanti che precedettero il trasporto di Lady Diana all’ospedale Pitie-Salpetriere: “Mio Dio, cosa è successo?” avrebbe domandato Diana sotto choc, subito prima di perdere i sensi per non risvegliarsi più.
Le condizioni della principessa quando arrivarono i soccorsi
Ecco come Gourmelon trovò l’ex moglie del principe Carlo: “Ho notato una lieve ferita alla spalla destra ma a parte questo non mi sembrava avesse lesioni più gravi. Non c’era sangue sul suo corpo […] Onestamente ero convinto sarebbe sopravvissuta. Per quanto ne so, quando è salita sull’ambulanza era ancora viva”. Dunque Lady Diana era cosciente e aveva gli occhi aperti. Andò però subito in arresto cardiaco, la rianimarono e il cuore riprese a battere.
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“Diana era viva. Io non l’avevo riconosciuta”
Xavier ha rivelato al tabloid britannico che quando ricevette la chiamata alla caserma Malar non aveva idea che nell’incidente fosse coinvolta Lady Di. “Eravamo molto vicini e ci sono voluti tre minuti per raggiungere il ponte dell’Alma. Avevo una squadra di 10 uomini, siamo stati i primi a soccorrerla.”
“Diana si muoveva leggermente. Era viva. Le ho preso la mano e le ho detto di stare tranquilla che eravamo lì per aiutarla. Sono rimasto scioccato. Salii sull’ambulanza e la guardai, solo in quel momento la riconobbi.”
