Tra i numeri dell’emergenza da Coronavirus, si sono appena tirate le somme dell’ospedale Covid-19 a Milano Fiera: ospita 3 pazienti ed è costato 21 milioni.
Nella storia del Coronavirus c’è un paragrafo dedicato alla solidarietà e alla prova della grandezza delle raccolte fondi lanciate via social. Il 31 marzo scorso, ha aperto i battenti l’ospedale Covid-19 alla Fiera di Milano. Poco prima delle undici, di quella mattina, il governatore della Regione Lombardia Attilio Fontana ha ricevuto le autorità, i dirigenti sanitari e i giornalisti per inaugurare il nuovo plesso ospedaliero.
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Sì, le polemiche non sono mancate alla voce assembramento da conferenza stampa, ma la gioia dell’opera e l’intento della stessa nello sgravare le rianimazioni degli ospedali lombardi al limite della situazione superavano le polemiche. Ci siamo: dopo quasi quindici giorni è tempo di bilanci e veleni (escludendo quelli di Marco Travaglio ndr), e la prima domanda è: come sta funzionando la struttura? Considerando che il governatore ha scomodato per l’impresa l’ex capo della protezione civile Guido Bertolaso (uscito di scena dopo poco causa contagio) e il 12 marzo scorso l’assessore lombardo alla Sanità Giulio Gallera, vista la situazione tuonava:”I cinesi a Wuhan ci hanno messo 10 giorni a costruire un ospedale? I lombardi ne impiegheranno 6″; i risultati sono deludenti.
Sono passate solo due settimane dal taglio del nastro e la sensazione è che l’opera voglia solo dimostrare l’efficienza della sanità lombarda, eppure i buoni propositi c’erano tutti. Numeri alla mano, il più grande centro di terapia intensiva del Paese dovrebbe ospitare circa 600 ricoverati, ma dopo qualche giorno si parlava di 400, fino ad arrivare a 205. Soprattutto, in molti hanno notato che il giorno dell’inaugurazione erano presenti solo 24 letti in terapia intensiva, quanto gli altrettanti occupanti ricoverati in loco. Stando alle ultime notizie in queste ore potrebbero essere scesi a 3.
Dunque, l’ospedale Covid-19 della Fiera di Milano è solo un flop?
A dirla tutta è un flop costoso, considerando che per la sua realizzazione è stata messa in piedi una raccolta fondi senza precedenti nella storia, le donazioni sono arrivate dai portafogli spontanei di molti privati. Calcolatrice alla mano la struttura è costata 21 milioni di euro ad oggi significa che ogni malato curato nel nuovo ospedale è costato quasi un milione di euro. Soprattutto: che fine farà l’ospedale esaurita l’emergenza? Verrà abbandonato? Insomma, non stiamo parlando delle strutture messe su in occasione di Expo2015, ma di un ospedale con tanto di letti e macchinari nuovi.
Il Presidente Fontana in questo ha cercato di promettere che tutta l’opera sarà recuperata, ma se così non fosse, beh, sarebbe un peccato aver impiegato così tante risorse di denaro privato che avrebbe potuto dare una mano ed essere investito in altro modo in questo momento. Per non parlare del personale che all’inizio vedeva 1000 assunzioni tra medici, infermieri e altre figure, ridotti a ora a 50 operatori sanitari. Teniamo anche conto che l’opera sorge in una zona abbastanza dislocata della città.
La sanità italiana, in generale, prima dell’epidemia aveva delle grandi lacune, che in questo momento si cercano di colmare con grande fatica, ma l’ospedale in Fiera tra imbarazzi vari, ritardi, sottovalutazioni rischia di aggravare il quadro generale del modello sanitario della regione Lombardia, tanto acclamato dalla Lega in fase di campagna elettorale. L’ospedale Covid-19, veniva così definito al suo primo giorno dal sindaco di Milano Giuseppe Sala:”È importante, la Regione e Fondazione Fiera hanno fatto un’opera molto significativa. E’ un tassello del sistema italiano che sta di nuovo lottando in una situazione inattesa”. Sì, in questo momento i numeri dell’emergenza iniziano a migliorare, ma le strutture navigano a vista e ogni giorni medici e tutto lo staff che ruota intorno a loro è in trincea, non dimentichiamolo.
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