Secondo l’immunologo Guido Silvestri e il professor Massimo Galli, l’aumento delle temperature potrebbe essere un fattore decisivo per uscire dal tunnel della pandemia.
Siamo, in quella che è stata definita la settimana decisiva per comprendere quando far ripartire per gradi il Paese, ma nelle ultime ore trapela la notizia, che il “lockdown” potrebbe prolungarsi per altri 15 giorni.
In merito l’immunologo Guido Silvestri e il professor Massimo Galli hanno rilasciato due interviste, dove concordano, che il Covid-19 è sensibile alle temperature calde, quindi l’estate potrebbe essere d’aiuto ad arrestare la sua folle corsa.
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Nello specifico, Silvestri commenta: “Si moltiplicano i segnali secondo cui Covid-19 è meno contagiosa ed anche meno letale dove fa più caldo. Ai dati di Sud Est Asiatico, Africa, Paesi del Golfo, America Centrale e Caraibi fa riscontro il marcato gradiente di mortalità Nord-Sud che si riscontra in Italia, in Spagna e qui in America, dove l’80% dei morti si contano negli Stati più a Nord (dove però vive solo il 40% dei americani)”.Aggiunge:”Ricordiamo che i coronavirus hanno sempre un andamento stagionale. Infatti, quando ho chiesto al mio amico Ralph Baric – professore alla University of North Carolina e scienziato che sta a questi virus come Maradona sta al calcio. Se il caldo ci aiuterà, la sua risposta è stata: ‘There is no doubt about it’, non ci sono dubbi su questo”.
Il professor Galli, è confortato dai dati degli ultimi giorni che vedono meno contagi, molte dimissioni e sottolinea, che mentre si attende l’estate è necessario pensare e fare in modo da evitare una ricaduta a ottobre.
Il rischio è alto e concreto, soprattutto confida nella capacità da parte dell’esperienza maturata dai medici e dalla ricerca nello spegnere gli eventuali focolai, con rapidità.
Sì, la ripresa sarà lenta, bisognerà avere pazienza e continuare a rispettare il distanziamento sociale. Mentre, la ricerca continua ad andare avanti grazie a mezzi e tecnologie che al tempo dell’influenza Spagnola dei primi del Novecento, non esistevano.
Insomma, ogni epoca ha avuto la sua epidemia e quella che è in corso, viene combattuta con molte più munizioni derivate dal progresso tecnico-scientifico. Fino ad ora sappiamo che il coronavirus non si nasconde nel DNA come l’HIV, non muta rapidamente, con la chiusura e il buon senso di ognuno di noi la sua corsa sta rallentando.