Il deputato del Partito Democratico è uno dei proponenti di questa Covid Tax. E dice: “Siamo nel periodo della campagna elettorale, non mi stupiscono le polemiche interne”.
La Covid Tax continua a essere argomento di dibattito, soprattutto tra le fila del Partito Democratico. Già nelle scorse ore sono emerse due correnti di pensiero diverse all’interno del partito di centro-sinistra. Da una parte il segretario Zingaretti che ha frenato sull’applicazione di questa “patrimoniale mascherata”, dall’altra il deputato Orfini che invece spinge per renderla una proposta vera e propria. E sulla polemica a distanza è intervenuto Fabio Melilli, uno dei proponenti della Covid Tax. Intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus, Melilli ha fatto capire di non essere sorpreso da questo contrasto interno al Pd.
“Questo – esordisce Melilli – è il tempo dell’improvvisazione e dell’imprecisione quindi non mi stupisce questa polemica. Insieme al capogruppo Delrio e altri colleghi della Camera, pensando alla difficoltà di tante persone in questo momento anche comprarsi da mangiare, abbiamo immaginato un contributo di solidarietà molto progressivo. Siamo partiti da 80mila euro di stipendio, ma chi guadagna 85mila Euro versa 100 Euro sui 5mila in eccedenza, deve essere deducibile quindi il 40% lo recupera l’anno successivo. E questo gettito, che abbiamo calcolato in 1 miliardo e 300mila euro andrebbe a chi è più in difficoltà“.
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Secondo il deputato dem, la Covid Tax rischia di diventare più un tema da campagna elettorale che un’applicazione vera e propria. Ed è per questo che da un momento all’altro ci si dovevano aspettare i contrasti interni. “Questo purtroppo è il tempo della campagna elettorale, forse avremmo dovuto spiegarlo bene in una conferenza stampa anzichè fare un comunicato. C’è chi dice: fate pagare gli evasori, il problema è che questo è un tempo in cui le decisioni vanno prese nell’immediato. Anche nel mio partito ci sono state voci contrarie, è legittimo che ci siano opinioni diverse. Se però dobbiamo condizionare tutte le nostre scelte alle convenienze elettorali credo che non ne usciamo, tra l’altro io ho ricevuto molto più apprezzamenti che critiche per questa proposta“.
“Sono convinto – conclude Melilli – che in qualche modo ci si ritornerà. Ciò che mi dà maggiormente fastidio è che quando si fa una proposta si dovrebbe avere almeno l’umiltà di leggerla. C’è chi ha detto che tassiamo i redditi del 2019, quando invece la proposta era di tassare i redditi del 2020 e del 2021“. Dunque, per quanto riguarda l’argomento Covid Tax, potremmo essere ancora all’inizio di un lungo dibattito che rischia di concludersi con l’ennesimo nulla di fatto.
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