Edoardo Valli era ginecologo e insegnava all’università di tor Vergata. Francesco Cortesi era oncologo e lavorava all’ospedale Vannini. Entrambi sono risultati positivi al Coronavirus.
L’Italia piange la morte di altri due medici, caduti nella lotta contro il Coronavirus. I due operatori che si sono spenti nelle scorse ore rispondono ai nomi di Edoardo Valli e Francesco Cortesi. Avevano rispettivamente 63 e 58 anni e operavano entrambi nella Capitale, prima di spegnersi in maniera prematura. Edoardo Valli era un ginecologo e vantava anche una cattedra all’università di tor Vergata. Francesco Cortesi era invece un oncologo, che esercitava la propria professione presso l’ospedale Vannini di Roma. Entrambi sono caduti in quella che è ormai diventata una vera e propria guerra.
Entrambi i medici morti oggi si erano ammalati all’inizio del mese di marzo. Entrambi avevano contratto il Covid-19 ma hanno subito delle complicazioni, tali da costringere i colleghi che li stavano seguendo a effettuare il trasferimento in terapia intensiva. Lo stato fisico di Edoardo Valli e Francesco Cortesi si è complicato in maniera irreversibile, fino a condurre entrambi alla morte. E tutta la comunità medica della Capitale si stringe nel dolore per aver perso due colleghi esemplari, sia sul piano professionale che su quello umano. Con la scomparsa di Valli e Cortesi, la conta dei medici morti dall’inizio dell’epidemia sale a quota 107.
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Francesco Cortesi non era l’unico medico ad ammalarsi in servizio presso l’ospedale Vannini. Anche una collega del reparto di chirurgia aveva contratto il Covid-19: in questo momento si trova ricoverata all’ospedale Spallanzani. Proprio la sua storia è forse quella più dura da digerire, visto che Francesco Cortesi sembrava pronto a riprendersi nei giorni scorsi. Tuttavia, in seguito si è verificata la ricaduta che gli è costata la vita. Anche Edoardo Valli ha una storia commovente, che ne acuisce il dolore per la morte prematura.
Valli, infatti, aveva la febbre da diversi giorni, ma nonostante lo avesse comunicato alla sua Asl di riferimento non ha ricevuto il tampone nei primi giorni di degenza. Pochi giorni dopo è stato lui a presentarsi al pronto soccorso, per poi essere ricoverato dopo essersi sottoposto finalmente al tampone, che lo ha ovviamente fatto risultare positivo. Dunque doppia dose di dolore per la comunità dei medici, che vedono aggiungere due colleghi alla ormai lunga lista dei morti con Coronavirus. A questi si aggiungono anche 28 infermieri che hanno perso la vita in questa dura battaglia.