In tutto il Paese sono oltre 3.600 i morti collegati a focolai di coronavirus nelle strutture. Secondo i media Usa c’è stato un aumento allarmante nelle ultime due settimane. Le persone che vivono in queste strutture sono circa un milione.
Numeri agghiaccianti che vedono coinvolti nella stragrande maggioranza dei casi gli anziani, ma che coinvolgono anche medici e operatori sanitari. Un problema, quello delle case di riposo, che ha colpito mezzo mondo, anche l’Italia. Per gli esperti il bilancio dei decessi è probabilmente molto più alto perché i dati ufficiali non includono chi è morto senza aver fatto il test. Nonostante le misure adottate dal governo federale a metà marzo con il blocco dei visitatori, l’interruzione di tutte le attività di gruppo e la richiesta che ogni dipendente delle case di riposo sia sottoposto a esami per la febbre o sintomi respiratori ad ogni turno, il numero dei decessi è salito in modo vertiginoso. I contagi secondo i media sono proseguiti soprattutto perchè i test non hanno rilevato i lavoratori asintomatici.
A New York, epicentro dell’emergenza coronavirus negli Usa, ci sono stati 1.880 morti nelle case di cura su circa 96.000 persone ospiti delle strutture, ma finora non sono stati diffusi dati su specifici focolai per problemi di privacy. Gli Stati Uniti sono il Paese al mondo con il maggior numero di contagi, 557.571, e i decessi hanno superato quota 22 mila: è quanto emerge dai dati della Johns Hopkins University. Nelle ultime 24 ore sono state registrate 1.514 nuove vittime per coronavirus.
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