Julian Assange, il fondatore di WikiLeaks, ha avuto due figli dalla sua legale Morris mentre Assange era rinchiuso nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra.
Il fondatore di WikiLeaks Julian Assange ha avuto due figli con una dei suoi avvocati durante la sua reclusione nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra. Lo riporta oggi l’edizione domenicale del Mail. Assange sarebbe dunque diventato padre di due figli maschi rispettivamente un anno e due anni di età. I figli li ha avuti con la legale di origini sudafricane Stalla Morris. E il quotidiano correda la notizia anche con fotografie di Assange con i bambini, e con un’intervista alla madre. La Morris avrebbe affermato che i due si sono effettivamente innamorati, e che stavano pensando di sposarsi. Il fidanzamento ebbe inizio nel 2017.
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Oggi però Assange si trova confinato nella prigione ad alta sicurezza di Belmarsh, Londra. In campo sulla battaglia legale una richiesta di estradizione da parte degli Stati Uniti con l’accusa di spionaggio. Stando alle parole del quotidiano Mail on Sunday, la decisione della Morris di rivelare la relazione e l’esistenza dei figli nascerebbe da una preoccupazione. Come in altre occasioni, è forte l’apprensione per cosa accadrebbe nel caso in cui il coronavirus si diffondesse all’interno del carcere. E la Morris “teme che la vita di Assange sia in grave pericolo se
rimanesse a Belmarsh”.
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Risale al 25 marzo, infatti, la decisione dei giudici inglesi: Julian Assange resta in carcere. I giudici gli hanno negato la libertà su cauzione, in risposta alla richiesta dei suoi avvocati che avrebbero voluto la sua scarcerazione a causa dell’emergenza coronavirus. A tal proposito, il suo avvocato, Edward Fitzgerald aveva fatto notare: Assange aveva sofferto di ben quattro infezioni all’apparato respiratorio. Le infezioni risalgono agli anni trascorsi nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra. A questo, ha fatto notare Fitzgerald, si aggiungono altri problemi cardiaci. E il legale afferma: “Abbiamo puntato non tanto sui rischi di un volo verso gli Stati Uniti (dove lo attende un processo) ma sulla sopravvivenza”. In vista di questo quadro clinico, il pericolo potrebbe essere molto alto per il fondatore di WikiLeaks in caso di contagio. “Il rischio potrebbe essere fatale“, afferma l’avvocato.
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Tuttavia, il giudice Vanessa Baraitser ha respinto le argomentazioni. La motivazione dietro la decisione sarebbe che lo stesso Assange aveva affermato: avrebbe preferito suicidarsi piuttosto che affrontare l’estradizione negli Stati Uniti. Quindi la sentenza incontrovertibile del giudice: “Allo stato attuale delle cose, questa pandemia globale non fornisce di per sé motivi per la liberazione di Assange. La condotta passata di Assange ha mostrato fino a che punto era disposto ad andare per evitare i procedimenti di estradizione, e c’erano fondati motivi per credere che se fosse stato rilasciato sarebbe fuggito di nuovo”.