In provincia di Foggia, un centinaio di persone si sono riunite per partecipare alla tradizionale preghiera del Venerdì Santo.
Nella serata di ieri, a San Marco in Lamis, un comune in provincia di Foggia, circa cento persone si sono recate davanti a una chiesa per partecipare alla tradizionale preghiera del Venerdì Santo. Un’incredibile violazione della quarantena imposta dal governo e recentemente prorogata fino al 3 maggio. Oltretutto, tra i fedeli presenti, c’era anche il sindaco del comune. Il fatto è stato scoperto grazie a un filmato che ha iniziato a circolare su internet, in cui si vede un chiaro assembramento di persone davanti alla chiesa di Maria Santissima Addolorata. Su questa vicenda, indagherà adesso la procura di Foggia. Ludovico Vaccaro, procuratore capo di Foggia, ha infatti confermato che a breve sarà aperto un fascicolo su questa evidente violazione delle misure di contenimento del virus. I carabinieri stanno adesso cercando di ricostruire dettagliatamente i fatti, raccogliendo tutte le immagini presenti sul Web. In ogni caso, il procuratore Vaccaro ha già detto chiaramente che quello che è successo è un’evidente “violazione delle misure anti-contenimento da virus Covid”.
San Macro in Lamis, violazione della quarantena: la giustificazione del sindaco
Il giorno dopo Michele Merla, sindaco del comune di San Marco in Lamis, si è subito detto pentito dell’accaduto dichiarando che “è stato complicato, avrei dovuto interrompere quel momento di preghiera. Lo so, ho commesso un errore”. Merla ha poi spiegato che inizialmente aveva accettato l’invito del parroco di pregare insieme, concordando però che non che non ci fosse nessun fedele presente.
Ma successivamente, stando alle sue dichiarazioni, nel momento in cui hanno iniziato a pregare, tutte le persone che abitavano in quella zona hanno deciso di scendere in strada per unirsi alla preghiera. Il sindaco su questa ha precisato che “lo hanno fatto in maniera composta, anche rispettando, in un certo qual modo le distanze di sicurezza”. Su questo episodio, si è dichiarato estremamente sorpreso il Monsignore Vincenzo Pelvi, vescovo della diocesi di Foggia-Bovino, che ha commentato l’accaduto affermando che quello che è successo ieri sera “è un atto grave, perché da parte dei presenti è venuto meno il buonsenso e la prudenza nel contribuire alla tutela della salute ed evitare un ulteriore diffusione del contagio”.
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Il vescovo ha poi invitato tutti i parroci del territorio ad attenersi in maniera rigorosa a tutte le misure restrittive e le indicazione ricevute dal governo per evitare la diffusione del coronavirus. Soltanto in questo modo infatti ha spiegato il Monsignore, si evita di mettere a rischio cittadini e fedeli che stanno in casa rinunciando alle celebrazioni religiose della Pasqua”