Mes, il punto della situazione: cos’è, chi lo votò e il perché dello scontro

L’Eurogruppo sembra escludere gli Eurobond tra gli strumenti per fronteggiare l’emergenza coronavirus, e propone un Mes alleggerito. Salvini e Meloni furiosi contro il governo, accusato di “alto tradimento”. Conte risponde: “Non abbiamo firmato nulla. E furono loro a creare Mes”.

mes cos'è
(Foto di Daniel Roland, da Getty Images)

L’Eurogruppo, il vertice dei ministri delle Finanze dell’Eurozona, ha stabilito i possibili strumenti per fronteggiare l’emergenza coronavirus. Per quanto riguarda gli Eurobond, sembrano un’ipotesi ormai sfumata, dopo il gelo di Merkel e Lagarde, accompagnate da una forte pressione dall‘Olanda. Ma Conte durante la conferenza stampa di ieri ha tenuto a precisare: la battaglia non è finita. In Europa si va avanti con l’opera di convincimento per gli Eurobond. Nel frattempo tra le proposte appare il tanto temuto Mes, senza condizionalità fino al 2% del Pil. L’accordo trovato dall’Eurogruppo prevede la possibilità di utilizzare gli aiuti forniti dal Mes. Ma in maniera differente di come accadde in Grecia. Il Mes potrà essere utilizzato senza alcun vincolo per effettuare spese sanitarie pari al 2 per cento del proprio PIL (per l’Italia circa 35 miliardi di euro). Un azzeramento delle condizionalità, quindi, che riguarda esclusivamente le spese sanitarie dirette e indirette.

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Da giorni, ormai, il Mes è al centro dell’attenzione nazionale e internazionale. Da giorni il centrodestra ammonisce: il Mes è “una rapina”. Da giorni Conte ribadisce che l’Italia non è interessata al Mes, che pure è stato messo sul tavolo per volere di altri Paesi europei e che è, comunque, in corso di modifica. Da giorni, in sostanza, quasi tutte le forze politiche italiane sono allineate sugli Eurobond, che però sembrano un’ipotesi lontana. All’interno di questo scenario, il governo Conte è stato accusato di alto tradimento da parte del centrodestra. Un’accusa alla quale il premier ha replicato proprio durante la conferenza stampa di ieri sera, facendo nome e cognome di chi sta diffondendo notizie false. L’Italia non ha ancora firmato il Mes.

Cos’è il Mes, oggettivamente

Il Meccanismo Europeo di Stabilità (Mes) è un’organizzazione intergovernativa dei paesi che condividono l’euro come moneta. Il compito del Mes è di aiutare i Paesi in difficoltà economica. Come? Il denaro di tutti i Paesi aderenti viene messo in comune e viene utilizzato da un singolo stato in caso di necessità. A livello storico, è un’evoluzione di altri due fondi creati precedentemente: Efsf e Efsm.

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Il Mes ha una dotazione di 80 miliardi di euro. Questi sono pagati in maniera proporzionale alla solidità economica dei Paesi aderenti: la Germania detiene circa il 27% del capitale, ed è il primo contributore. Il Mes può raccogliere sui mercati finanziari fino a 700 miliardi di euro. E riesce a farlo grazie all’emissione di titoli di garanzia da parte degli Stati che ne fanno parte. Questo patrimonio può esser distribuito agli Stati che ne fanno richiesta, perché in gravi difficoltà economiche. In caso di richiesta del Mes, la Bce si impegna ad acquistare senza limiti i titoli di Stato del Paese in crisi. Ma non solo. L’intervento del Mes può avvenire sotto forma: di un prestito economico, dell’acquisto di titoli di Stato, di programmi di credito precauzionale o di prestiti per la ricapitalizzazione indiretta delle banche.

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In cambio, il Paese in questione si impegna a rispettare una serie di condizioni. Queste condizioni corrispondono a un piano di riforme, sorvegliate dalla “Troika“. La Troika è un comitato costituito da: Commissione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale. Le richieste generalmente portate avanti dal comitato prevedono: taglio alla spesa pubblica, in particolare alle pensioni, privatizzazioni, liberalizzazioni e flessibilizzazione delle leggi sul lavoro. Il Mes è oggi percepito come uno strumento pericoloso, non solo per le misure impopolari che la Troika dovrebbe incentivare. Ma anche per un motivo storico. Fino a oggi oltre a Portogallo e Irlanda, la Grecia ha usufruito del Mes. La Grecia che tutti ricordano, piegata dalle richieste della Troika. Oggi la proposta avanzata dall’Eurogruppo è la creazione di un Mes a condizionalità leggera, quindi molto più flessibile rispetto alla Troika greca.

Salvini e Meloni: “Mes è una rapina”.  Ma chi lo votò?

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(Foto di Daniel Roland, da Getty Images)

Da giorni, ormai, i leader di centrodestra avevano iniziato la loro campagna anti-Mes, accusando il governo di accettare, di fatto, una sorta di rapina da parte dell’Europa. Basti ricordare le parole di Salvini, risalenti all’8 aprile: “Ci promettono il Mes che è una rapina perché significa indebitare i nostri figli e mettere a pegno i monumenti italiani e i conti correnti. Possiamo puntare su buoni del tesoro straordinari come quelli del Dopoguerra, comprati da italiani con condizioni vantaggiose. Il debito italiano deve essere comprato dagli italiani, non da qualche multinazionale, da qualche banca o da qualche fondo straniero”.

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Ieri, in conferenza stampa, il contrattacco di Giuseppe Conte: “Da loro falsità. Il Mes non è stato istituito da ieri, come falsamente dicono Salvini e Meloni. C’era dal 2012. Questo governo non lavora con le tenebre”. Anno in cui, ha detto Conte, la Meloni era ministra. Inoltre, il premier ha anche specificato che non è stato ratificato nessun accordo per il Mes, si tratta di una proposta in stato di valutazione e modifica. In particolare Conte ha detto: “L’Italia non ritiene il Mes adeguato a quest’emergenza. La nostra principale battaglia è quella di un fondo finanziato con gli Eurobond“.

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Da subito, le risposte dei leader. In particolare le parole di Giorgia Meloni, mirate a tirarsi fuori dalla responsabilità di aver contribuito alla creazione del Mes, accusando Conte, a sua volta, di promuovere fake news. La leader di Fdi ha infatti affermato: “Nel 2012 al governo non c’ero io, c’era Monti. Non è bello usare la televisione di Stato per diffondere fake news. Mi aspetto che la Rai mi dia possibilità di replica alla stessa ora”. E il leader della Lega, Matteo Salvini: “Comizio da regime, roba da Unione sovietica. Altro che collaborazione, signor Conte”.

Unione Europea e Mario Monti fanno chiarezza

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(Foto di Eric Piermont, da Getty Images)

Ma a smentire la narrazione di centrodestra, è già intervenuta direttamente l’Unione Europea. L’Unione Europea conferma: fu il Consiglio dei Ministri del governo Berlusconi IV ad approvare il Mes. L’approvazione avvenne il 3 agosto 2011. Riguardava “il disegno di legge per la ratifica della decisione del Consiglio Europeo 2011/199/Ue, che modifica l’articolo 136 del Trattato sul funzionamento della Ue relativamente a un meccanismo di stabilità (Esm – European Stability Mechanism), nei Paesi in cui la moneta è l’euro. Obiettivo della Decisione è far sì che tutti gli Stati dell’Eurozona possano istituire, se necessario, un meccanismo che renderà possibile affrontare situazioni di rischio per la stabilità finanziaria dell’intera area dell’Euro”.

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A fare chiarezza ora arriva anche la voce di Mario Monti. L’ex premier è stato chiamato direttamente in causa dalle parole della Meloni, che ha affermato: “Nel 2012 al governo non c’ero io, c’era Monti”. Com’è andata veramente? Monti fa un riassunto di ciò che accadde: “Il richiamo ai fatti dovrebbe indurre a maggiore lucidità. Il Mes rappresenta l’evoluzione del Fondo europeo per la stabilità finanziaria (Fesf). Il Fesf prima e il Mes poi sono stati preparati e decisi a livello europeo nel 2010-2011 con l’Italia rappresentata da Silvio Berlusconi nel Consiglio europeo e da Giulio Tremonti nell’Ecofin ed Eurogruppo. Quel governo si reggeva sull’alleanza Pdl-Lega. Giorgia Meloni ne faceva parte come ministro per il Pdl, Matteo Salvini era europarlamentare della Lega“.

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In sostanza, il meccanismo di approvazione e attivazione del Mes era già iniziato in pieno governo Berlusconi, Meloni ministra, e Lega alleata. In quel periodo, tra il 2010 e il 2011, in sede europea venne avviata la trattativa per creare il Mes. Alla guida del governo italiano c’era una coalizione di centrodestra. Il Mes fu votato al parlamento europeo, di cui faceva parte anche Salvini, che però non partecipò al voto. Poi, con la caduta del governo Berlusconi, Mario Monti si trovò a gestire la situazione, ma a giochi fatti. E infatti Monti continua: “L’umiliante esperienza fatta dalla Grecia con la Troika, creata con il Fesf, fu tra le ragioni che mi indussero – quando nel novembre 2011 venni chiamato al governo dopo la caduta di Berlusconi, abbandonato dalla Lega, e dovendo rispettare le condizioni draconiane imposte da Trichet e Draghi nella lettera del 5 agosto, accettate dal governo Berlusconi per non perdere il sostegno della Bce ai titoli italiani – ad escludere la richiesta di aiuti, che avrebbe comportato la calata della Troika su Roma, e a chiedere al Parlamento di approvare una dura manovra”. A quel punto il voto passò al Parlamento italiano, e l’approvazione definitiva al testo di legge arrivò il 19 luglio 2012, durante il governo Monti.

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In sostanza, il meccanismo era già pronto. Nel 2012 ci si ritrovò a gestire una situazione creata durante il governo di centrodestra e poi lasciata nelle mani del governo Monti. Lo stesso centrodestra che oggi ammonisce: il Mes è una rapina. E infatti Monti conclude: non sarà certo lui a raccomandare a Conte di andare “sotto le forche caudine di meccanismi preparati in Europa da un governo Berlusconi-Lega, che poi passò ad altri l’onere di evitare il default dell’Italia”.

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