Nuova importante operazione portata a termine dai carabinieri del Nas di Latina: denunciate ben 36 persone per uso illecito di falsi certificati psichiatrici. Certificati, del resto, usati per ottenere benefici indebiti, come la Legge 104 e benefici carcerari.
Non si fermano le operazioni di contrasto alla criminalità, nemmeno in tempi difficili come questi. E quanto portato a termine oggi, dai Nas di Latina, è un risultato molto importante per ciò che concerne gli sviluppi di un’indagine iniziata già verso la fine dello scorso anno.
Secondo quanto viene riportato dall’ANSA e dalle fonti locali, infatti, sarebbero 36 le persone denunciate a piede libero per falso ideologico e frode processuale in certificati medici psichiatrici. L’operazione, denominata Certificato Pazzo, è stata portata a termine dai carabinieri del Nas di Latina, e costituirebbe l’appendice di un’altra indagine che nello scorso 10 dicembre 2019 aveva portato a ben 11 arresti e ad altre 70 denunce.
L’inchiesta è stata coordinata dal procuratore aggiunto di Latina, Claudio Lasperanza, e dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano, ed è stata inserita filone d’inchiesta convenzionalmente denominato “Certificato Pazzo 2”. Le operazioni hanno permesso di accertare l’illecito utilizzo di certificazioni psichiatriche rilasciate da un Dirigente medico Psichiatra in servizio presso il C.S.M. dell’Asl – Distretto 4 di Fondi, già arrestato per corruzione.
Proprio con questi certificati ottenuti e usati per scopi illeciti, gli indagati avrebbero tratto in inganno una serie di soggetti presso le Commissioni Medico Legali dell’Asl e dell’Inps – e quindi i Consulenti Tecnici nominati dai Tribunali del Lavoro e dai Tribunali di Sorveglianza.
Le certificazioni venivano usate soprattutto al fine di ottenere indebiti benefici previsti dalle leggi sull’assistenza e il diritto al lavoro delle persone disabili (Legge 104), o per ottenere benefici carcerari riguardanti il differimento di pene in corso.
Le 36 persone individuate sono state dunque deferite all’autorità giudiziaria, che avrà ora il compito di accertare l’eventuale sussistenza di reati di “frode processuale“, “false dichiarazioni o attestazioni in atti destinati all’Autorità Giudiziaria o alla Corte Penale Internazionale”, “falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiali in atti pubblici”, “uso di atto falso” ed “errore determinato dall’altrui inganno“. Ulteriori posizioni sono ancora al vaglio degli investigatori, della procura di Latina e dell’Inps.
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